Alcuni sono flessibili, altri sono ferrei. Alcuni dormono e altri chiacchierano tra loro di cucina o di calcio. Ce ne sono di appassionati al lavoro che fanno e sono contenti di vederti ed accompagnarti dandoti giudizi e suggerimenti e ce ne sono di cerberi che non ti staccano mai gli occhi di dosso. C'è chi sembra che gli stai rompendo le scatole con la tua presenza ( lo/la distrai dalla "Settimana Enigmistica" piuttosto che da Novella 2000 o molto più prosaicamente da una "pennica pomeridiana"). CHI SONO?
Sono i guardiani dei Musei e delle Mostre. Giovani e non, precari e non, in divisa e non. Ma tutti hanno ordini precisi: vigilare. Giusto. I beni a cui fanno da custodi a volte sono davvero molto preziosi e di spiritosi in giro, pronti a rubare, danneggiare, graffiare, toccare, sporcare, farci su la propria firma con un cuore e il nome della amata con un cuoricino, con tanto di data annessa. Fanno il loro lavoro. In vario modo, ma lo fanno, sono li e sono pagati per farlo, per non far danneggiare le opere esposte. Ma.. e c'è il ma, ovvio. Premessa: nel 95% delle strutture museali e delle mostre si accede previo pagamento di un biglietto. Giusto, se non è esoso, giusto: la manutenzione di capolavori è costosa. E io il biglietto lo pago. E zitto.
MA:
in nome di Dio, che qualcuno mi spieghi perchè io, dopo aver pagato il biglietto, dopo esser sicuro di non danneggiare le opere esposte, non usando mezzi invasivi ne professionali
NON POSSO FARE FOTOGRAFIE!!!
I custodi, dicevamo, sono a volte, ( spessissimo) ferrei e appena metti mano ad una macchinetta fotografica pare loro che tu stia per impugnare una roncola , una mannaia o uno spray! Inutile dire che non verrà usato il Flash: non serve! Nei Musei e nelle Mostre vige la subdola e rigida legge del Copyright e del Merchandising. Io non posso fare una foto che sia mia, con l'angolo visuale che preferisco e con il tono di colore che preferisco. Non posso farmi fotografare vicino ad una statua (è una cosa un po' scema, ma molti lo vogliono fare). Con un mio scatto non rovino l'opera, anzi, mostrandola poi ad amici e parenti ne faccio pubblicità e creo desiderio di visitarla, di vederla. No.
DEVI ACQUISTARE IL CATALOGO DELLA MOSTRA!
Con le foto, belle si, certo, inquadrature standard, tutte uguali, seppur belle ma tutte le stesse! Io voglio fare una foto per come IO vedo la cosa. Cazzo, ho pagato l'ingresso, perchè non posso fare una foto che sia una sola?! Il merchandising regna sovrano e non c'è niente da fare. Che tu abbia pagato non conta nulla: devi pagare due volte, una volta per entrare e una per portare una immagine visiva di ciò che hai visto. E poi, i prezzi dei " Cataloghi" sono esorbitanti!! Molte volte il prezzo del biglietto! E se il mio senso estetico non gradisse le foto del "Catalogo"? Niente da fare: il ricordo visivo da portar via passa solo per la gabella del "catalogo". Non è giusto, non è onesto, non è etico. Io pago il biglietto e le foto le devo poter fare, ne ho il diritto.
I custodi, dicevo, a volte chiudono un occhio e se glielo chiedi un paio di foto te le fanno fare. Alla Mostra su Matilde di Canossa a Reggio Emilia quando ho impugnato la macchinetta fotografica mi sono quasi saltati addosso in tre, dopo un solo secondo, come se avessi tirato fuori un Kalashnikov. Cazzo, è una macchina fotografica, innocua, non uso il flash, non distruggerà l'opera che fotograferò! Non è una pistola laser di Star Trek.
Niente. Matilde non l'ho potuta fotografare, al Museo. Ma il loro fottuto "catalogo" non l'ho comprato e mai lo comprerò, da nessuna parte a meno che non sia disponibile ad un prezzo onesto ed etico e cumulabile con il biglietto d'ingresso. Ma anche in quel caso io le foto cercherò di farle lo stesso, le mie foto, il mio punto di vista, la mia inquadratura sono mie e fanno parte di me e del mio senso estetico.
E vaffanculo al merchandising..
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