Punti di (s)vista: settembre 2008

martedì 30 settembre 2008

Teniamoci forte: il Padrone crolla!

Niente da fare. Come nel precedente post, riparliamo delle borse e di economia. Il Congresso USA ha bocciato il finanziamento di emergenza proposto dalla amministrazione Bush per bloccare il tracollo. La decisione, trasversale ( che brutto il termine BI-Partizan..!), ha coinvolto democratici e repubblicani. Niente salvagente. Wall Street è crollata: Quasi il meno 10% sul Nasdaq ( indici di maggior rilievo). Attendiamo l'ONDA ANOMALA. Già oggi, cioè ieri, MiB ha perso una bella quota e Unicredit ci stava per lasciare le penne, se non fosse intervenuto lo stop tecnico per eccesso di ribasso. Le altre società... quasi lo stesso. Berlusconi era a fare fitness in Umbria e Veltroni era ancora in giro a bullarsi del suo presunto ruolo di "deus ex machina" per la risoluzione dell'affaire Alitalia ( .. ... mentre Sagunto bruciava..). Bravi tutti, mi verrebbe da dire. Bravi tutti per la tempestività ed il tempismo. Bravi tutti. Siamo sul Titanic e tutti ballano mentre l'orchestrina suona. Deja vu. Ma si sa, in Italia il problema sono, a tutt'oggi, le prostitute sulle strade.. Bravi tutti.. Mi raccomando, prima le donne e i bambini, nei disastri.. Miliardi di euro bruciati per colpa di un mucchietto di ragazzotti vogliosi di Porsche Cayenne e di Hummer.. e di una politica spregiudicata basata su economie fatte di bolle speculative. Eppure Soros ce lo aveva insegnato, demolire economie di interi stati è così semplice.. ma niente. L'orchestrina ha continuato a suonare i suoi waltzer e il Titanic... ...Boh..

P.S. A margine, uno dei lavori che è in crescita negli USA è il pittore di prati. Ovvero, visto che un gran numero di case, a causa della crisi dei mutui, per insolvenza, vengono restituite alle banche, rimangono abbandonate. Allora anche il prato intorno va in malora e ingiallisce. E si vende con più difficoltà. Scatta alora la figura dell'imbianchno di prati: con un innaffiatoio a pressione, si ridipinge il prato di color verde, con vernice, in modo che l'aspetto sia più invitante. Ecco gli USA, un gigante imbiancato, che nasconde il marcio, il secco, il falso. Ecco gli USA, un sepolcro imbiancato.. sotto la vernice, IL RE E' NUDO!!

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sabato 27 settembre 2008

Wall Street è morta. Viva Wall Street

La tendenza ormai pare irrefrenabile: negli USA le banche e le società finanziarie stanno cadendo come mosche. Si susseguono ormai a ritmo continuo i crack fallimentari dei maggiori istituti quotati in borsa e ogni volta è un record. L'ultimo, ma solo in ordine di tempo, è la Washington Mutual (WaMu), un crash da 1,9 miliardi di dollari che fa seguito all'altrettanto "rumoroso" fallimento della Lehman Brothers. Di certo l'economia USA è in crisi, nel suo complesso, forse sull'ondata dei crash down dei mutui facili per gli immobili che giovanotti spregiudicati avevano concesso a piene mani senza badare tanto alla solvibilità del mutuo stesso. La crisi del colosso del capitalismo mondiale potrebbe di per se essere un fatto localizzato nel tempo e nello spazio ma oggi, in epoca di economia globalizzata, non è più così. Banche e istituti finanziari di mezzo mondo sono implicati nella vicenda ( e con loro, milioni di ignari risparmiatori) avendo investito a vario titolo in azioni e fondi di queste società. Una specie di effetto domino mondiale la cui fine è lontana e che, anzi, va assumendo sempre di più i caratteri del tracollo economico mondiale. I motivi potrebbero essere essere semplici e difficili da trovare. Semplici perchè, come molte cose che avvengono made in USA, la volatilità del sistema economico americano è nota: poche garanzie negli investimenti, la ricerca a tutti i costi del massimo profitto, un sistema di welfare che fa acqua da tutte le parti. Ma, nello stesso tempo, la difficoltà nel reperire una causa della debacle, è dovuta proprio al fatto che gli USA, sin da quando si sono sgonfiate le ex tigri asiatiche ( ma prima dell'avvento del boom economico cinese e indiano e della ripresa anche economico della Russia) gli Usa, dicevamo, erano diventati i padroni indiscussi del pianeta, anche dal punto di vista economico. La solidità era data proprio da questo fattore: il monopolio del potere mondiale. Ma hanno voluto strafare e con un grossolano errore di valutazione, gli analisti finanziari yankee non hanno tenuto conto della capacità di reggere nel medio-lungo periodo quel ruolo di predominio. E ora tutto il mondo trema, tutti, meno forse le forti economie dei nuovi astri nascenti : Cina ed India e, in misura minore ( ma con la coscienza della forza che è loro data dai beni di approvvigionamento energetico) anche la Russia, che vede quasi una seconda rinascita. L'Europa ancora regge, forse proprio grazie a quel sistema di welfare e di controli più ferrei che contraddistinguono le economie delle varie entità del vecchio continente ( elementi questi che erano considerati un freno ad una ripartenza economica ma che, vediamo oggi, la stanno salvando dallo Tsunami USA). Il tramonto è certo, ritengo, sull'economia USA. Non credo che i 700 miliardi di dollari che l'amministrazione Bush vuol mettere sul campo per riparare gli errori di almeno 30 anni di spregiudicato capitalismo ( tra l'altro questa boccata di ossigeno sarà pagata dai contribuenti comuni che vedono di cattivo occhio questa misura, al punto che gli stessi repubblicani al Congresso hanno rispedito al mittente la proposta). La patata bollente passa nelle mani del prossimo inquilino della Casa Bianca, Obama o McCaine che sia. Ma il Sunset Boulevard ormai è imboccato. Con una nota a margine, ma solo per curisità malefica mi viene in mente quel signore tedesco molto barbuto, tedesco, che alla fine del secolo scorso predisse, con la sua teoria dei cicli economici la fine stessa, per autoimplosione, del Capitalismo. Si chiamava Karl Marx, ma sarebbe un'altra storia..

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martedì 23 settembre 2008

Ci avviciniamo alla Civiltà. Grazie Bagnasco grazie..



E dovremo ringraziare Lui, S.E. Card. Bagnasco se finalmente in Italia si potrà prendere in esame una legge sul famoso "testamento biologico", fino ad oggi osteggiata selvaggiamente dalla Curia Vaticana. Ieri invece alla apertura della Conferenza Permanente della CEI, presieduta appunto da Bagnasco, si è avuta una timida apertura su questo tema. E così l'uomo del Vaticano ha detto "NI".. ma con molti distinguo, ovvio. Dove è la cosa strana? La cosa strana è che la Repubblica Italiana, stato sovrano e laico (?) pende dalle labbra di eminenti esponenti di uno stato estero per poter pensare di promulgare leggi che riguardano la coscienza di TUTTI i cittadini italiani. Una specie di Sovranità Limitata" , ancora una volta,dopo quella pesante imposta dall'imperialismo coloniale USA che del nostro territorio nazionale ne può fare ciò che vuole. Dovremmo tirare un sospiro di sollievo per le aperture vaticane? Nient'affatto, anzi. Tutto ciò dovrebbe ancora farci rendere conto che viviamo con una palla al piede rapparesentata dalle vedute oscurantiste di Oltre Tevere: se loro vogliono, noi possiamo, sennò.. non se ne parla nemmeno. E con buona pace di Giuliano Ferrara, l'ateo devoto, che oggi, sul suo quotidiano ha manifestato malumore e delusione per questa specie di apertura. Ci è rimasto proprio male, Giulianone.. ma se ne faccia una ragione.

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Se ti avanza tempo, Uòlter..

Ma se proprio ti avanza, Veltroni, impegnato come sei, potresti ricordarti che sei il leader dell'opposizione in Italia? Se proprio riesci a trovare un paio di ore, tra le presentazioni del tuo libro in terra USA e l'acquisto di una casa a New York (..?!) ci faresti la cortesia di mettere il naso un po' tra le mille cose che stanno succedendo? Non so se lo sai, Uòlter, ma stanno succedendo un mucchio di cose in Italia e nel mondo. Succede che in Italia la questione razziale sta assumendo toni da Far West, con fucilazioni di neri e bastonature a morte solo per un pacchetto di biscotti. Succede che la questione Alitalia sta assumendo i toni dell'emergenza nazionale, a giudicare dalle ore di trasmissione che le TV vi dedicano e la CGIL( è ancora il sindacato a te più vicino oppure vuoi passare all'UGL?) è messa con le spalle al muro da tutti. Pensa un po' accade anche che il tuo ex-competitor alle elezioni sta facendo delle gran belle figure perchè alla fine la cordata l'ha trovata ma tocca a Bersani e Letta difendere quelli che ormai in molti considerano " sfascisti" del tuo sindacato di riferimento. Magari, visto che sei li a New York, potresti, al di la della tua casa e del libro, cercare di capire perchè l'economia USA sta per andare a gambe all'aria e tra un po' lo tsunami arriva anche da noi. Uòlter, ricordati che sei un politico di professione e hai preso impegni verso una buona parte dell'ellettorato italiano che dovresti rispettare. Sei diventato come un ectoplasma ad una seduta spiritica: chissà se si vede, chissà se appare. Finora sei sparito. Non credere che tu sia il Deus ex machina, insostituibile e inalienabaile. Come sei apparso, tempo fa, così puoi anche sparire, se lo vuoi. Ora hai anche casa a New York, vicino a tutti quei "buonisti" come te che forse non hanno ancora capito che a fare la sardina, in una vasca di squali, si finisce ingoiati, malamente. Almeno fai finta di esserci, fai finta di combattere, urla, strepita, batti i pugni sul tavolo ( visto che di alzarlo, il pugno, da te non ce lo siamo mai aspettati). Sennò, Uòlter, facci la cortesia, DIMETTITI se non ne hai più voglia, se ti annoia, se vuoi fare lo scrittore o il proprietario di immobili off-shore. Lascia il campo, molla la presa a chi, di volontà di lottare ne ha un briciolo più di te. Uòlter, il mondo sta per tornare ad assaporare la lama affilata della guerra fredda e tu cosa fai: nulla, ti estranei, ti apparti, ti "aventinizzi" verso altri lidi. Lo penso davvero: non sei utile in questo momento alla causa, fatti da parte così almeno qualcuno meglio di te lo troviamo. E forse non ci vorrà molto, credimi

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lunedì 22 settembre 2008

20 Settembre: Evviva il Papa Re..

Forse lo avranno gridato di sicuro i fanatici fondamentalisti di Militia Christi che ogni anno, proprio il 20 settembre commemorano l'anniversario, per loro luttuoso, della fine del potere temporale del Papa, con la breccia di Porta Pia. E proprio il monumento ai bersaglieri, posto sulla via Nomentana a Roma, ogni anno diventa il loro patetico palcoscenico. Ma quest'anno si è sfiorato il grottesco. Correva il 138mo anniversario, ieri, della famosa "presa di Porta Pia", la "breccia" attraverso cui i bersaglieri entrarono in territorio vaticano, dopo una "breve ma sentita" resistenza da parte delle truppe papaline. L'evento di solito è piuttosto partecipato. Tutto sommato ha rappresentato una svolta nella storia della Repubblica Italiana, realizzando quello che il sogno di decine di moti risorgimentali, una strada cosparsa di centinaia di martiri. C'erano tutti: gli esponenti del Partito Radicale, da sempre in prima linea per affermare e confermare la laicità dello stato italiano, c'era, come dicevamo, i "miliziani" di Cristo e c'erano le autorità. E, come sempre, a rappresentare gli interpreti dell'evento, un plotone di Bersaglieri. Tra le autorità presenti, a rappresentare il Comune di Roma c'era il vice di Alemanno, Cutrufo, un DC di destra e un generale dei Granatieri, incaricato dal Comune di tenere un discorso per l'occasione. Immaginate la scena: il palco delle autorità, i miliziani da una parte, i radicali dall'altra e il plotone di Bersaglieri sull'attenti. Prende la parola il generale. Tra lo stupore di tutti, comincia a snocciolare, uno per uno, i nomi degli Zuavi papalini ( 19) morti per la difesa del Vaticano e ... sorpresa immensa, nessun cenno sui 49 bersaglieri morti durante l'assalto! I miliziani di Cristo che esultavano, i radicali che protestavano e ... i Bersaglieri, proprio loro, sempre sull'attenti, a subire quell'insulto solenne che il generale Antonio Torre ha buttato così, a freddo, sulle loro divise e sul loro ruolo storico. E il rappresentante del Sindaco a sorridere, senza alcun imbarazzo. Era dal 1872 che non succedeva una cosa del genere: i papalini divenuti martiri di truppe occupanti! Alla faccia della laicità della Repubblica Italiana. Certo, dopo si sono sbracciati in scuse e salamelecchi verso i militari, ma il danno era fatto e con l'aggravante della premeditazione. Il discorso, scritto in anticipo e non estemporaneo, prevedeva proprio tutto, compreso l'insulto. E così si è vergata un'altra pagina di quello che vorrebbe essere il disegno revisionista della destra italiana: dopo i giudizi di Alemanno Gianni sul fascismo, dopo le assoluzioni e la glorificazione di La Russa Ignazio verso i repubblichini di Salò, ecco ancora un episodio a dir poco vergognoso. Personalmente, i miei libri di storia li tengo ben stretti e le revisioni con "inversione a U" le lascio alle automobili.

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domenica 21 settembre 2008

Razzisti a Colonia, ovviamente lui c'era..!

E parlo di Borghezio Mario. europarlamentare leghista. Quello che ha dato un contributo illuminante al dialogo interreligioso con i suoi giudizi.. "Cornuti musulmani.." e " .. queste palandrane di merda..". Davvero un "nouveau philosophe", ce lo invidiano tutti, sul pianeta. L'evento stavolta a cui dare il proprio indispensabile contributo era il raduno neo-nazista a Colonia, per protestare contro la costruzione della nuova Moschea. Lui, il Marione Borghezio aveva subito aderito, con entusiasmo. E figuriamoci, dove c'è feccia prima o poi ce lo vedi. Da sottolineare che il sindaco della città, un milione di abitanti e 80 mila turchi presenti, aveva stigmatizzato il meeting di questi buontemponi e aveva consigliato ai commercianti di chiudere le serrande al loro passaggio, in segno di protesta. Pare che sia andata ancora meglio: le note birrerie di Köln hanno esposto cartelli con la scritta: " Niente birra di Colonia per i nazisti" e in più, 100mila persone si erano radunate per protestare contro la "kermesse" neo-nazista. Il risultato? Quattro gatti razzisti, lui, il Marione e un paio di altri suoi accoliti (un austriaco e un fiammingo) sul palco ed arringare le giubottate teste rasate e molta polizia. Appena ha preso la parola il Nostro, dopo mezzo minuto la Polizia ha deciso che era pure troppo e li ha spediti a casa, i nazisti. E così Borghezio e la sua palandrana e la sua faccia improbabile, è rimasto da solo sul palco ed arringare i piccioni e ad irritare i poliziotti, trincerandosi dietro il suo titolo di "eurodeputato" forte della sua immunità. Niente convention di nostalgici coglioni, niente urla razziste, niente di niente. La piazza di Colonia, quella buona, quella stragrande maggioranza di tedeschi che di certe cose proprio non ne vuole sentire parlare, ha vinto. E' rimasta sul palco la triste sagomona di Borghezio Mario, con in mano il libro di Oriana Fallaci (La rabbia e l'orgoglio) che inveiva e sbraitava farfugliando cose sulla libertà di manifestazione del pensiero. Anche il patetico francese J.M. Le Pen, suo collega di lotta in mille occasioni, aveva disertato l'incontro. Potremmo intitolare tutta la vicenda: " La triste solitudine di un grasso razzista in palandrana", non lo faremo, è stato un bel pomeriggio di risposta civile ad un groppuscolo di reietti, guidati e fomentati da un reietto come loro. Con il fazzoletto verde al collo..

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sabato 20 settembre 2008

La verità dei vincitori, ovvero le parzialità del Tribunale Penale Internazionale

Lo spunto per questo post viene dalla visione dell'ottimo dossier di Riccardo Iacona andato in onda ieri, sabato 19, su una rete Rai. Ottimo e pieno di spunti. Ma già in passato la mia attenzione si focalizzò sul Tribunale Penale Internazionale a proposito di un dibattito sviluppato dall'organizzazione " Non c'è pace senza giustizia" ( emanazione del Partito Radicale Transnazionale). Il tema in sostanza è questo: può una struttura giudiziaria, seppur su base ONU, mantenere una politica di equidistanza tra vinti e vincitori, dopo la fine di un evento bellico? Lo dico subito, io ritengo di no, alla luce della sua storia, il TPI, dalla sua sede dell'Aja, non sta svolgendo un buon lavoro. Parto da un presupposto, un fatto: la storia viene sempre fatta dai vincitori. Sono loro che forniscono dati, che danno testimonianze, che dettano le regole. E, al di la del TPI, gli esempi possono anche ricondursi, ad esempio, alla II guerra mondiale: ci fu il processo di Norimberga, per crimini di guerra, spaventosi. Ma non ci dimentichiamo che anche da parte "Alleata" ci furono casi clamorosi di bombardamenti su obiettivi civili che provocarono centinaia di morti non in divisa. Ma rimaniamo a tempi più recenti. La guerra nei Balcani, tutti contro tutti, una macelleria etnica che macchiò di sangue e di crudeltà la fine degli anni '90. Alla sua istituzione, nel 1998, il Tribunale Penale Internazionale ( ICC, l'acronimo in inglese) si occupò anche di questo. Ma, le incongruità saltano agli occhi: il 95% degli imputati sono serbi. I nomi sono noti: si va dal presidente Milosevic, passando per Karadzic ( arrestato di recente) per finire al generale Mladic. Chi non ricorda questi nomi? I mostri dei Balcani sono loro. Ma, ecco il fatto strano, perchè nessuno conosce gli autori, in linee gerarchiche rigide, dei massacri che Croati e Bosniaci, per non parlare degli albanesi del Kosovo ( armati fino ai denti dall'amministrazione USA) effettuarono in quegli anni? Centinaia di serbi uccisi o deportati ( nel caso migliore) in nome di una "operazione di pulizia etnica" che nulla ha da invidiare alla strage di Sebrenica. Si dice spesso che quelli furono episodi che potevano essere annoverati tra le " vendette personali" interetniche. Non credo. Duecentomila (200.000!) serbi non possono essere stati trucidati o deportati da singoli individui. La linea gerarchica esiste ed è provata. Come mai Milosevic è considerato un criminale di guerra e il croato Tudjman o il bosniaco Izetbegovic no e hanno continuato indisturbati a governare ? Perchè i generali di questi due paesi sono angioletti e Mladic è il solo mostro dei Balcani? Come mai i leader dell UCK kosovaro sono diventati stimati uomini di governo ( anche dopo il processo all'Aja, da cui risultarono innocenti..!) e il Kosovo stesso, ai cui vertici ci sono personalità chiacchierate, è stato diplomaticamente riconosciuto da mezzo mondo? Come mai le stragi di Vukovar, Sisak ed Osiek ( con centinaia di civili serbi sterminati) sono eventi bellici "corretti"? Perchè gente come Tomislav Mercep. Branimir Glavas o Djuro Bradarac sono ancora a spasso liberi? L'unico croato che in qualche modo è stato sanzionato dall'ICC (TPI) è stato Mirko Norac?..( per la cronaca, nello spesso processo però fu assolto il boia delle Krajine, il generale di origine albanese Rahim Ademi) e gli altri? Come sempre, la storia la fanno i vinti. E anche la giustizia, la fanno solo e sempre i vinti. Il dubbio, che strano, si è verificato dopo la II guerra mondiale: ci fu Norimberga, per i tedeschi, sconfitti, ma gli italiani che furono sconfitti/vincitori non ebbero nessun gerarca o podestà imputato di nulla, anzi, alcuni hanno rivestito cariche in Parlamento! Nessun imputato: non si capì bene come considerare l'Italia, se belligerante amico o nemico. Nel dubbio, ci si è astenuti: i gerarchi fascisti erano tutti mammolette, anche se tutti sanno che non è così. Ma il conflitto nei Balcani rimane sempre il caso più emblematico. Aggiungo anche un altro elemento: come mai nessun generale della NATO è stato imputato per le stragi compiute durante i bombardamenti sui civili del '99? Non mi piace come opera il TPI e bene ha fatto Iacona, nel suo programma a porre l'accento su questo tema, molto scomodo e per molti versi quasi imbarazzante per i Vincitori. Ci torneremo su questo argomento. Il programma, ve lo consiglio, venerdi prossimo si continua.

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Accade in Italia..

Era successo a Duisburg, in Germania. Un commando di killer provenienti dalla Calabria approda in terra tedesca e, senza molti problemi, uccide 6 corregionali. Si parla della "faida di San Luca", una storia nata in modo stupido, per uno scherzo tra ragazzi e finita in uno sterminio di famiglie. Una faida, appunto. Sei morti ammazzati. Stavolta è successo in Italia, in Campania, provincia di Caserta. Altra strage, 7 morti, 1 italiano e 6 africani uccisi da pistole e Kalashnikov. Pare che siano stati esplosi almeno 130 proiettili. Si è sparato all'impazzata, la strage c'è stata ma poteva addirittura avere esiti ancora più nefasti. Pensiamoci bene. Sette morti, tutti insieme, in qualche minuto, in Italia. Ovvero in una zona dell'Italia che di sovranità dello Stato, della Repubblica, ha solo il nome. Qui impera il "clan dei Casalesi". Qui la legge la fanno loro, le regole le scrivano loro. Lo Stato non c'è. E non da poco, ormai la situazione è così, stagnante, da tempo immemore. Comandano loro, i Casalesi. Lo Stato non c'è e basta, semplice. Hai voglia a parlare di Esercito nelle strade e ordine pubblico. Siamo assillati dai mass-media e da taluni politici sull'allarme sociale delle prostitute, del ragazzotto che si fa un spinello, magari uno solo nella vita. Tutti in galera. L'ordine pubblico non esiste per colpa loro: dello "spinellaro" e delle "donnine di strada". Fa niente se nel Sud Italia tre regioni, forse quattro, sono praticamente in mano alla criminalità organizzata. Aveva ragione oggi un quotidiano che, tra i suoi commenti scriveva che.."Chi è sbarcato qui in Italia, provenendo dal terzo o quarto mondo, sa che il suo futuro non sarà roseo. Dovrà lavorare moltissimo, sottopagato, maltrattato, deriso e vilipeso da vecchi e nuovi razzisti..", ma forse nessuno di questi migranti avrebbe mai pensato che sbarcava in una terra di assassini". Non lo sapeva e 6 di questi ci hanno perso la vita, mentre attendevano il tramonto per poter finalmente mangiare dopo la giornata di digiuno per il mese del Ramadan. Nessuno di questi sventurati, sulla barca che li portava qui nel nostro paese, da clandestini magari, conosceva il clan dei Casalesi.Ma i Casalesi conoscono loro, non per nome, ma perchè sanno solo che sono troppi e 1l 99% è gente onesta, grandi lavoratori anche per quattro lire. E questo ai Casalesi non piace. Non si può "innestare" il pericoloso virus dell'onesta in una terra infarcita di criminalità e malaffare. E la lezione l'hanno data con l'unico metodo che questa gente conosce: l'assassinio a sangue freddo, sparando nel mucchio. Chi può dar torto al resto della popolazione di colore della zona, quando ha vistosamente protestato,anche con modi "irrituali". Oggi, un quotidiano che io non vedo proprio di buon occhio, Libero, scriveva: " .. guarda un po': gli africani stanno facendo quello che i campani avrebbero dovuto fare da tempo: ribellarsi alla camorra. A mani nude, sfidando i mitra e le pistole dei clan.." Sacrosanto. E a proposito di sacro, sempre su un quotidiano di oggi, il Vescovo di Capua ha rilasciato una intervista vergognosa, in cui, tra l'altro, dice che ".. mica è detto che sia stata la camorra a compiere la strage..", una cosa che anche le pietre sanno ma che solo lui ignora, evidentemente. Mi procurerò il testo dell'intervista e lo metterò in rete, il Vescovo di Capua ha parlato con omertà e disonestà morale. Altra annotazione: la strage è stata posta come terza o quarta notizia nei TG. Ho un terribile sospetto: solo perchè 6 su 7 erano africani? Proviamo per un attimo a pensare se fosse successo il contrario: 7 italiani morti per mano di killer di colore: cosa si sarebbe scatenato possiamo ben immaginarlo. Ma, come è noto, anche in eventi del genere esistono morti di serie A e quelli di serie B. Questi africani, per come è stata trattata la cosa sembrano di serie Z. Nuovo razzismo e vecchia camorra. Ne sono sicuro, le centinaia di profughi non sanno che troveranno questo, nella civile Italia. O in quello che ne rimane, della civile Italia.

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martedì 16 settembre 2008

Stefano Rosso, cantautore romano

Si, si dice Stefano Rosso , della scuola dei cantautori romani. Forse come De Gregori o chissà chi altro, forse Venditti. Ma lui era diverso. Lui la chitarra la suonava davvero, bene, come tutti gli strumenti a corda. Un po' blues e un po' folk, le sue canzoni, alcune, diventarono famosissime e suonatissime. Molti le conoscevano e le canticchiavano, nella loro trasgressione. Non c'è più Stefano Rosso, è morto ieri a Roma, la sua città natale. E' morto giovane, a quasi 60 anni ma non so come. So solo che non c'è più. Un ricordo lo voglio lasciare. Un concerto in provincia di Roma. Una festa dell'Unità di provincia, una delle tante in cui gli organizzatori devono fare i conti di "budget" tra il costo delle salamelle e dei panini e il costo dell'ospite "d'onore" della serata finale, dopo che il Leader ha parlato per arringare le "folle". Di folle quella sera non ce n'erano, pochi aficionados intirizziti nel parco a sera tarda in un freddo settembre. A fine concerto, io, un paio di amici/compagni e Stefano ci rechiamo in un bar a prendere qualcosa per riscaldarci un po'. Che strana impressione triste mi fece. L'impressione di una persona che sente il peso della "festadell'unitàdoprovincia" buttata addosso. Non sorrise, rispose cortesempente a qualche "fan" che gli ricordava di aver abitato anche lui in via della Scala. Non era molto interessato alla cosa. Era cortese quasi per obbligo, ma non c'era. Ci salutammo ed andò via, nel freddo della notte, nel freddo, così come era arrivato. Mi spiace e non sono molto interessato a ciò che fu la sua vita difficile, autolesionista in alcuni momenti. Una vita di altissimi e bassissimi, che lo aveva portato, negli anni '80 anche nella Legione Straniera. Non mi importa. Mi rimane la sua cortesia, seppur forse di maniera, e le sue canzoni dei tempi migliori, che mi tennero compagnia per molto tempo. E mi rimane quella sera, quei minuti passati insieme: una persona che i suoi problemi li mostrò tutti, ma era un uomo e sapeva suonare la chitarra. E per un cantautore, non è poco.

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venerdì 12 settembre 2008

Ecco una donna tollerante ed intelligente: Maria Giovanna Maglie

Il concetto di tolleranza ed accoglienza proprio non alberga nella mente di questa donna. Maglie Maria Giovanna ( quella che quando lavorava in Rai, corrispondente da New York fu "cazziata" per i suoi conti faraonici ed inutili, dall'Hotel dove alloggiava fino alle sue mises, tutto pagato con il canone Rai. Si quella che fu pizzicata in un fuori onda incui diceva , testuale "... se smetto di bere divento una tale strafiga.." forse non ha smesso (ndr). Oggi scrive per "il Giornale" proprietà della famiglia Berlusconi, quotidiano che ospita anche i vaticini di quel sapientone di Antonio Socci. Pontifica, fa l'opinionista e tra le sue perle illuminate annoveriamo pure questa, di oggi:



Non vi chiederò di fare come avrebbe voluto la grande Oriana, morta giusto due anni fa. Non facciamo saltare l'inutile e pericolosa moschea di Val d'Elsa, ma impediamo che ne vengano costruite altre ugualmente inutili e pericolose. Se è vero che il Monte dei Paschi ha cofinanziato il progetto, chiudiamo i nostri conti correnti presso quella banca. A Bologna l'operazione moschea non è riuscita, grazie a una mobilitazione spontanea di cittadini, che hanno costretto il sindaco Cofferati a rinunciare. Questo è il metodo. Non è razzismo, credetemi, non è arroccamento. È solo il tentativo di restare padroni della nostra patria, della nostra storia, del futuro.




Agghiacciante. Triste e pericoloso, questo si, questo articolo si che è pericoloso, altro che le moschee. Che donna pacificata e pacificante. E poi, MGM, dove la metti la Costituzione della Repubblica Italiana che prevede e tutela la libertà di culto? Una arringa che, dici che non è razzista, ma ne ha proprio la faccia, la brutta faccia di una intolleranza vetero-domenicana. Sono le persone come lei, la MGM che attizzano l'odio, nelle sue forme peggiori proprio perchè non fanno altro, queste parole, che seminare odio. Quello che questa donna dice lascia pensare che lei ha insiti i concetti di superiorità razziale e culturale dell'occidente ( ma il suo Capo lo aveva già detto, anni fa, in una delle sue clamorose gaffes, che scatenarono giustamente l'ira di mezzo mondo). MGM dice che le moschee sono inutili e pericolose, proprio come l'articolo in questione, infarcito di ignoranza e cattiveria. Si redima MGM e smetta davvero di bere, se ancora non l'ha fatto. E se lo ha fatto, ricominci a bere: sul diventare strafiga non ci metto la firma ma di sicuro di stronzate ne sparerà di meno.

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L'ipertricotico presidente ha colpito ancora

Proprio non ce la fa, Silvio, ad astenersi dal profondo spirito di showman che alberga in lui. Barzellettiere come neanche Bramieri dei migliori tempi, cantante come neanche Aznavour dell'epoca d'oro, (con il suo fido Apicella) capellone come neanche Cesare Ragazzi quando nuotava con le sirene attorno. Ma lui è lui e ci mette sempre del suo. Dappertutto. Dalle corna fatte durante una foto ufficiale in un summit di Premier, alle bandane esibite con disinvoltura. Ma non gli basta mai: sale su un bretellino di automobile e fonda un partito, demolisce una caletta in Sardegna perchè le barche dei suoi ospiti possano raggiungerlo più agevolmente. Non lo ferma nessuno, nel suo eclettismo. Ma quando parla di storia... lasciamo perdere. L'ultima esibizione l'ha concessa ieri sera, durante il suo applauditissimo intervento alla festa di Azione Giovani, organizzazione giovanile di AN. Tra le altre performance (ha ucciso una "zanzara comunista.., si è smanicato, con la sua bella camicia nera, ha promosso le sue canzoni, i libri della sua casa editrice e i film della sua casa di produzione cinematografica) si è "allargato" ed ha parlato di Italo Balbo, il trasvolatore e poi governatore della Libia. Il suo giudizio, alquanto bizzarro è stato questo: " Del resto anche Italo Balbo, (fascista della prima ora, NdR) in Libia ha fatto cose ottime!". Oddio! E' venuta giù l'audience con un mare di applausi. Certo, sarebbe come se l'orso Yogi fosse invitato ad una convention di produttori di miele, ma senza api. Affermare davanti ad una platea di giovanotti con strane idee in testa, che un fascista, durante una feroce occupazione coloniale, aveva fatto cose ottime, senza che si arrivi ad usare termini pesanti, è semplicemente antistorico. Persino Gheddafi, che della Libia e della dominazione coloniale ne sa qualcosa, ha detto .. Calma Silvio, Balbo costruì un sacco di fortificazioni, caserme e un mucchio di altre strutture che avevano il solo scopo di rafforzare l'oppressione coloniale. E infatti, il controsenso è palese, l'Italia ha appena firmato un accordo con la Libia per il risarcimento dei danni di guerra e del colonialismo. Ma lui, Silvio, a fare il piacione proprio non ci sa rinunciare, anche se oltre a risultare ai suoi accoliti un piacione, potrebbe apparire ad altri anche come un "non informato dei fatti", per non dire un ignorante, storicamente parlando. E manco gli è importato che sono ancora roventi le polemiche sul carattere revisionista di alcune affermazioni fatte da uomini della sua coalizione. Niente. Invece di spegnere gli animi, lui, di benzina ne butta a barili, sul fuoco, la sua vanità non ha limiti. Per ulteriori informazioni sulla "magnifica serata" del Nostro, leggete il resoconto che potete trovare ad esempio su Repubblica:
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/politica/berlusconi-governo/atreju-berlusconi/atreju-berlusconi.html
altro che i libri di Gino e Michele. Ma davvero... "meno male che c'è Silvio"

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martedì 9 settembre 2008

Cultura, Copyright e Merchandising

Alcuni sono flessibili, altri sono ferrei. Alcuni dormono e altri chiacchierano tra loro di cucina o di calcio. Ce ne sono di appassionati al lavoro che fanno e sono contenti di vederti ed accompagnarti dandoti giudizi e suggerimenti e ce ne sono di cerberi che non ti staccano mai gli occhi di dosso. C'è chi sembra che gli stai rompendo le scatole con la tua presenza ( lo/la distrai dalla "Settimana Enigmistica" piuttosto che da Novella 2000 o molto più prosaicamente da una "pennica pomeridiana").

CHI SONO?

Sono i guardiani dei Musei e delle Mostre. Giovani e non, precari e non, in divisa e non. Ma tutti hanno ordini precisi: vigilare. Giusto. I beni a cui fanno da custodi a volte sono davvero molto preziosi e di spiritosi in giro, pronti a rubare, danneggiare, graffiare, toccare, sporcare, farci su la propria firma con un cuore e il nome della amata con un cuoricino, con tanto di data annessa. Fanno il loro lavoro. In vario modo, ma lo fanno, sono li e sono pagati per farlo, per non far danneggiare le opere esposte. Ma.. e c'è il ma, ovvio. Premessa: nel 95% delle strutture museali e delle mostre si accede previo pagamento di un biglietto. Giusto, se non è esoso, giusto: la manutenzione di capolavori è costosa. E io il biglietto lo pago. E zitto.

MA:

in nome di Dio, che qualcuno mi spieghi perchè io, dopo aver pagato il biglietto, dopo esser sicuro di non danneggiare le opere esposte, non usando mezzi invasivi ne professionali

NON POSSO FARE FOTOGRAFIE!!!

I custodi, dicevamo, sono a volte, ( spessissimo) ferrei e appena metti mano ad una macchinetta fotografica pare loro che tu stia per impugnare una roncola , una mannaia o uno spray! Inutile dire che non verrà usato il Flash: non serve! Nei Musei e nelle Mostre vige la subdola e rigida legge del Copyright e del Merchandising. Io non posso fare una foto che sia mia, con l'angolo visuale che preferisco e con il tono di colore che preferisco. Non posso farmi fotografare vicino ad una statua (è una cosa un po' scema, ma molti lo vogliono fare). Con un mio scatto non rovino l'opera, anzi, mostrandola poi ad amici e parenti ne faccio pubblicità e creo desiderio di visitarla, di vederla. No.

DEVI ACQUISTARE IL CATALOGO DELLA MOSTRA!

Con le foto, belle si, certo, inquadrature standard, tutte uguali, seppur belle ma tutte le stesse! Io voglio fare una foto per come IO vedo la cosa. Cazzo, ho pagato l'ingresso, perchè non posso fare una foto che sia una sola?! Il merchandising regna sovrano e non c'è niente da fare. Che tu abbia pagato non conta nulla: devi pagare due volte, una volta per entrare e una per portare una immagine visiva di ciò che hai visto. E poi, i prezzi dei " Cataloghi" sono esorbitanti!! Molte volte il prezzo del biglietto! E se il mio senso estetico non gradisse le foto del "Catalogo"? Niente da fare: il ricordo visivo da portar via passa solo per la gabella del "catalogo". Non è giusto, non è onesto, non è etico. Io pago il biglietto e le foto le devo poter fare, ne ho il diritto.

I custodi, dicevo, a volte chiudono un occhio e se glielo chiedi un paio di foto te le fanno fare. Alla Mostra su Matilde di Canossa a Reggio Emilia quando ho impugnato la macchinetta fotografica mi sono quasi saltati addosso in tre, dopo un solo secondo, come se avessi tirato fuori un Kalashnikov. Cazzo, è una macchina fotografica, innocua, non uso il flash, non distruggerà l'opera che fotograferò! Non è una pistola laser di Star Trek.

Niente. Matilde non l'ho potuta fotografare, al Museo. Ma il loro fottuto "catalogo" non l'ho comprato e mai lo comprerò, da nessuna parte a meno che non sia disponibile ad un prezzo onesto ed etico e cumulabile con il biglietto d'ingresso. Ma anche in quel caso io le foto cercherò di farle lo stesso, le mie foto, il mio punto di vista, la mia inquadratura sono mie e fanno parte di me e del mio senso estetico.

E vaffanculo al merchandising..

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La Russa Ignazio ministro della difesa della Repubblica (di Salò)

Sarebbe troppo facile scrivere che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Molti ci avevano creduto, però, alla svolta di Fiuggi, la scelta di Fini e le sue visite al memoriale della Shoah a Gerusalemme. I suoi colonnelli parevano fare quadrato attorno al "new deal" del segretario. Macchè..! Sotto la cenere, uno zoccolo duro soffiava ancora sulla brace della nostalgia del ventennio. I fatti: eravamo ieri alla commemorazione dell'8 settembre, l'armistizio, il re che fuggiva e l'Italia lasciata allo sbando. La rabbiosa reazione nazifascista che occupa militarmente quasi tutto il nord Italia e la creazione della "Repubblichina di Salò", una enclave di fascisti pronti alla battaglia finale. Gli Alleati conquistano man mano il Sud Italia e il movimento partigiano combatte e paga duramente con migliaia di morti la sua Resistenza ai nazi-fascisti ormai sconfitti. Questo è l'8 settembre che si rievocava ieri, a Porta San Paolo a Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica e di altre autorità dello stato, tra cui La Russa Ignazio, ministro della difesa, ex (?) missino. Al momento dei discorsi, questi, Ignazio, motu proprio, afferma che si, bisogna rendere onore a chi è morto per la liberazione dai militari dell'Asse, ma lo stesso omaggio va reso anche ai "combattenti" della Repubblica di Salò, che, da veri patrioti (?) caddero per difendere la Patria ( ma quale, Salò?) e cercarono di fermare l'avanzata delle truppe alleate in Sud Italia. Questo ha affermato il ministro della Difesa della repubblica Italiana La Russa Ignazio, ex missino. Un bizzarro accostamento tra Alleati, Partigiani e Repubblichini fascisti di Salò. Bizzarro, per non dire blasfemo. E ne pareva proprio convinto. Tutto questo subito dopo le affermazioni del sindaco di Roma, Alemanno Giovanni, ex missino che qualche ora prima aveva affermato che il fascismo non è stato il "male assoluto" come invece lo aveva definito Fini Gianfranco, ex missino, oggi presidente della Camera. Una bella coppia di buontemponi, il duo Ignazio-Gianni. Belle parole, belle idee. Bella svolta, la loro. Al Presidente Napolitano questa cosa proprio non è piaciuta, tant'è che, nel suo intervento, appena dopo il suo ministro, ha tenuto a precisare con veemenza che i veri eroi e patrioti furono solo quelli che si opposero alla barbarie nazi-fascista e che combatterono e morirono, anche contro la ridicola Repubblichina di Salò. A sentirli e a vederli, certi ex-missini, come ci pare lontana la "svolta" di Fiuggi, il passaggio "storico" dall'MSI ad Alleanza Nazionale. Evidentemente non tutti , tra i colonnelli di Fini, ne erano convinti e , si sa, prima o poi le magagne vengono fuori. Anche le "pericolose castronerie storiche", come quelle del duo Alemanno-La Russa: un gioco a quattro mani nella riscrittura revisionista della storia. A tutt'oggi, ma credo sia solo la prima a venir fuori ( a parte il solito Marcello Veneziani) , ad approvare è stata Assunta Almirante. Ma da Donna Assunta era prevedibile: moglie di un gerarca della Repubblica di Salò, quel Giorgio Almirante che dal fascismo non si era mai dissociato. Segno dei tempi, questi avvenimenti. In Europa la destra si muove su terreni molto più elastici, qui in Italia no, sono ancora legati a ricordi con gli occhi gonfi di lacrime al ventennio e a noi tocca ancora una volta riprendere il discorso e ribadire ciò che la Storia ha ribadito da decenni: l'assoluta malvagità dell'epopea nazi-fascista. Ci tocca ancora riprendere le vecchie parole d'ordine e urlarle in faccia a chi, per ignoranza storica, continua a riprendere e riproporre temi obsoleti e, in ogni caso, già affrontati e risolti dalla Storia. Ma forse solo da quella, come si vede. Nella pratica, siamo costretti a tenere ancora sveglia l'attenzione. Ogni tanto si scoperchia il tappo e il peggior puzzo viene fuori.

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domenica 7 settembre 2008

Matilde di Canossa, una grande donna di mille anni fa, tra Papato ed Impero

L'occasione per conoscere meglio questa donna è la mostra a lei dedicata che si sta svolgendo contemporaneamente a Mantova e a Reggio Emilia, che è il centro delle terre su cui lei governò. Parliamo di un salto nel tempo di mille anni, in pieno Medio Evo, epoca da molti descritta come "oscura" ma che, come abbiamo già avuto modo di precisare, furono tutt'altro che "bui". Un po' collocazioni geo-storiche. La Rocca di Canossa è situata in provincia di Reggio Emilia, una zona collinare in cui le testimonianze e le vestigia matildiche sono presenti un po' ovunque. Una zona dalla incerta stabilità geologica, tant'è che uno dei problemi che affliggono le rocche presenti in questa area è proprio lo sfaldamento delle strutture di appoggio. Questa peculiarità geologica regala comunque paesaggi che, come vedremo, risultano affascinanti. La storia: senza scendere nei particolari ( a cui rimando alla solita Wiki..)

Siamo, come dicevamo, intorno all'anno mille e forse mai come in quel periodo, i due "poteri forti" dell'epoca, Papato ed Impero erano ai ferri corti. Matilde, dopo la morte violenta del padre, Bonifacio, ucciso a tradimento durante una battuta di caccia, si trovò, insieme con la madre ( che però presto si rivelò inadatta al compito), a governare su un vastissimo territorio che comprendeva Lombardia, Emilia Romagna e Toscana. La sua abilità in questo ruolo suscitò l'invidia e la preoccupazione dell'Imperatore tedesco Enrico III che la rapì, insieme con la madre e la condusse in Germania.Ma alla morte di questi, le donne poterono tornare in Italia. Questa esperienza la avvicinò moltissimo al Papato ( nel frattempo si erano avvicendati al soglio di Pietro , Leone IX e Vittore II che morì mentre era ospite dei Canossiani). Fu fatto Papa Stefano IX e poi Benedetto X e Onorio II ( una moria di Papi..!). Qualche anno dopo morì Beatrice, la madre.Nel frattempo Matilde prese marito, tale Goffredo il Gobbo (.. sic!) che però fece una brutta fine, proprio brutta.Mi permetto di trascrivere da Wiki, come si svolse l'evento:

"Goffredo il Gobbo nel 1076 cadde vittima di un'imboscata nelle sue terre nei pressi di Anversa. Lamberto di Hersfeld riporta che durante la notte, spinto da bisogni corporali, si recò al gabinetto e un sicario che stava in agguato gli conficcò una spada tra le natiche lasciandogli l'arma piantata nella ferita. Sopravvisse, ma una settimana dopo, il 27 febbraio 1076, morì, lasciando Matilde vedova. Molti l'accusarono di essersi macchiata personalmente di questo crimine: ..con la complicità di una serva fedelissima lo fece uccidere in gran segreto mentre stava seduto al cesso, infilandogli la spada nell'ano.. (Landolfo padre, storico di Milano); comunque come colpevole viene indicato più verosimilmente il conte fiammingo Roberto I delle Fiandre. In ogni caso Matilde non versò al clero neppure un obolo per l'anima del marito ucciso, né fece recitare una messa o gli dedicò un convento, com'era d'uso."....

Una brutta fine, come dicevo, ma era tempo di congiure e complotti. Nel frattempo, come nuovo Papa fu eletto Ildebrando di Soana, Gregorio VII e il nuovo imperatore eletto fu Enrico IV ( uno che usava modi molto spicci..). Erano i tempi della famosa "lotta per le investiture" e i due caratterini, l'imperatore e il Papa, cominciarono a duellare, a distanza. Enrico si finse alleato sia del Papa che di Matilde, alla fine, la notte di Natale del 1075 durante la cerimonia presso Santa Maria Maggiore a Roma, fece rapire Ildebrando, il Papa, arrestato, malmenato e condotto in Germania. Ovviamente scattò la scomunica papale ed Enrico, visto anche il malumore che questo gesto aveva provocato sui suoi sudditi, venne a più miti consigli e agì di diplomazia. Liberò il Papa e si rivolse a Matilde ( che, tra l'altro era anche sua cugina) per intercedere presso la Santa Sede. Matilde, abile politica, organizzò un incontro di pentimento, proprio presso Canossa. In un gelido gennaio, l'imperatore tedesco subì l'umiliazione di dover attendere a piedi nudi, nella neve, per diversi giorni, di essere ricevuto da Gregorio VII, episodio noto come "l'Umiliazione di Canossa". Il resto è storia.
La nostra visita è così mossa da questa storia, visitare il luogo di Matilde per eccellenza, Canossa.
Prima di arrivare alla Rocca di Canossa,ci si imbatte in un'altra pregevole opera fortificata, chiamata Rocca di Rossena e la sua torre, la Rossenella. Ma dopo un paio di chilometri, curve strette in mezzo alle colline, si arriva alla base della rocca.
Ma questa è solo la base. La Fortezza è ben in alto e l'automobile non può arrivarci. Tocca superare a a piedi un notevole dislivello a gradoni. Sfiancante, in una giornata battuta da un insopportabile vento di scirocco caldissimo
La veduta che si apprezza già a metà strada è notevole. In basso si intravedono la Rossena e la Rossenella. E di certo non servono ad alleviare la salita, le "pietre illustrative" poste lungo il percorso. E' sfiancante e, cosa strana, le mosche ti assalgono in numero fastidioso!
Già. Gratis, ingresso gratis. Anche questo non allevia la salita.. Una sola cosa ci da conforto: la fine dell'ascesa e la vista del paesaggio, oltre che dei ruderi della Rocca. Dicevamo prima del "disordine affascinante" che l'orografia regala a queste valli ma ne detta anche la loro friabilità. Ora la vediamo. Stupefacente, sembra l'ingresso dell'Ade.
Quella che era la fortezza mostra tutti segni del tempo. Ma non perde certo il suo fascino. Rimangono le mura perimetrali e poco più, ma si immagina ciò che fu. E ci si immagina anche Enrico IV, fuori, nella neve e il Papa che lo aspettava, stizzito ed offeso da quel rapimento. E la buona pazienza di Matilde, gran donna dell'anno 1000
La firma autografa di Matilde di Canossa è affascinante, un logo quasi da XX secolo, la si trova in calce a tutti i suoi atti e proclami. Ne valeva la pena, assaporare il vento e l'altezza di quella rocca, la storia con tutto il suo fascino ci accarezza.

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venerdì 5 settembre 2008

San Leo, per finire, alcune foto del mercatino dell'antiquariato

Avevo promesso qualche foto del mercatino di San Leo. Come saprete in questi eventi è possibile trovare cose che di solito è difficile vedere. Alcune di queste cose le ho viste, non le ho comprate ma le ho fotografate. Chi ha "una certa età", avrà avuto in casa, magari comprata da genitori o nonni, questo piatto. A suo modo è un simbolo di un'epoca, di una mentalità fatta di un mondo pieno di speranze e di "nuove frontiere". Si era in pieno boom economico e le ombre del "post-bellico" parevano lontane. Parliamo di chi, magari avendo parenti migranti in "AMERICA", o in Australia o in Argentina, credeva che una via del ritorno era possibile, magari con qualche soldo in tasca. Con la benedizione dei personaggi raffigurati in questo oggetto:



Ma si, ci sono tutti: i fratelli Kennedy, il "papa buono" Giovanni XXIII, c'erano le speranze e la gioia, la riverenza verso quelle figure che rappresentavano il bene universale, in epoca di guerra fredda ( ma quanti dei possessori di quegli oggetti avevano idea di cosa fosse, la guerra fredda..). Fatto sta che erano poche le case in cui non fosse presente questo "piatto/nume tutelare". La guerra era finita e la Fiat faceva muovere tutti su macchinine quasi affidabili e quasi popolari.


Ma c' era anche chi la guerra e gli eventi post-bellici proprio non riusciva a toglierseli dalla mente. Nostalgici, piccoli ex-gerarchetti, podestà scaduti. Gente che forse la guerra non l'aveva mai vissuta davvera o l'aveva vissuta in ruoli di comodo, magari nascondendosi dietro un piccolo" potere" che il fascismo aveva concesso loro e che li rendeva leoni, di fronte ai "cafoni" ubbidienti. Nostalgici di.. " si potevano tenere le porte aperte, senza chiuderle a chiave.." oppure il famoso mito dei treni in orario..! ( chi la dimentica la risposta di Troisi: " Al posto di fare il Duce e fare la guerra, poteva fare il capostazione.."). Eccoli, alcuni posseggono e ambiscono e cercano questo oggetti:


Feticisti nostalgici della tragedia, del dramma di un secolo. Come si fa? E finchè si parla di anziani ex-balilla, boh, una nota di comprensione ci può essere, con molto sforzo e tappandosi il naso. Ma quando questi oggetti sono ricercati da giovanotti teste-di-cazzo, quelli si che sono pericolosi. Non ne sanno nulla dell'epoca, ignoranti come capre ignoranti, con le teste rasate dove il sole caldissimo fa troppo presto a cucinargli il cervello. Si, la parola giusta è ignoranti, stupidi pericolosi ignoranti. E queste cose le comprano e le venerano. Se ci sono, nei mercatini, vuol dire che si vendono, ancora, nel 2008! Ma questa è un'altra faccenda..


Piuttosto,parliamo di cose serie:ma questo cosa spera di vendere?






e quest'altro????? Ruggine allo stato puro!! E come si dava da fare per rassettare il suo "negozio"!!

Di sicuro, dovendo scegliere, preferirei queste, di antiquariato. Mia nonna l'avrebbe comprata e messa in posa sul letto riassettato di fresco, sulla coperta buona, di raso. O forse, a pensarci bene, queste sono proprio le sue..


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