20 Settembre: Evviva il Papa Re..
Forse lo avranno gridato di sicuro i fanatici fondamentalisti di Militia Christi che ogni anno, proprio il 20 settembre commemorano l'anniversario, per loro luttuoso, della fine del potere temporale del Papa, con la breccia di Porta Pia. E proprio il monumento ai bersaglieri, posto sulla via Nomentana a Roma, ogni anno diventa il loro patetico palcoscenico. Ma quest'anno si è sfiorato il grottesco. Correva il 138mo anniversario, ieri, della famosa "presa di Porta Pia", la "breccia" attraverso cui i bersaglieri entrarono in territorio vaticano, dopo una "breve ma sentita" resistenza da parte delle truppe papaline. L'evento di solito è piuttosto partecipato. Tutto sommato ha rappresentato una svolta nella storia della Repubblica Italiana, realizzando quello che il sogno di decine di moti risorgimentali, una strada cosparsa di centinaia di martiri. C'erano tutti: gli esponenti del Partito Radicale, da sempre in prima linea per affermare e confermare la laicità dello stato italiano, c'era, come dicevamo, i "miliziani" di Cristo e c'erano le autorità. E, come sempre, a rappresentare gli interpreti dell'evento, un plotone di Bersaglieri. Tra le autorità presenti, a rappresentare il Comune di Roma c'era il vice di Alemanno, Cutrufo, un DC di destra e un generale dei Granatieri, incaricato dal Comune di tenere un discorso per l'occasione. Immaginate la scena: il palco delle autorità, i miliziani da una parte, i radicali dall'altra e il plotone di Bersaglieri sull'attenti. Prende la parola il generale. Tra lo stupore di tutti, comincia a snocciolare, uno per uno, i nomi degli Zuavi papalini ( 19) morti per la difesa del Vaticano e ... sorpresa immensa, nessun cenno sui 49 bersaglieri morti durante l'assalto! I miliziani di Cristo che esultavano, i radicali che protestavano e ... i Bersaglieri, proprio loro, sempre sull'attenti, a subire quell'insulto solenne che il generale Antonio Torre ha buttato così, a freddo, sulle loro divise e sul loro ruolo storico. E il rappresentante del Sindaco a sorridere, senza alcun imbarazzo. Era dal 1872 che non succedeva una cosa del genere: i papalini divenuti martiri di truppe occupanti! Alla faccia della laicità della Repubblica Italiana. Certo, dopo si sono sbracciati in scuse e salamelecchi verso i militari, ma il danno era fatto e con l'aggravante della premeditazione. Il discorso, scritto in anticipo e non estemporaneo, prevedeva proprio tutto, compreso l'insulto. E così si è vergata un'altra pagina di quello che vorrebbe essere il disegno revisionista della destra italiana: dopo i giudizi di Alemanno Gianni sul fascismo, dopo le assoluzioni e la glorificazione di La Russa Ignazio verso i repubblichini di Salò, ecco ancora un episodio a dir poco vergognoso. Personalmente, i miei libri di storia li tengo ben stretti e le revisioni con "inversione a U" le lascio alle automobili.
Etichette: bersaglieri, Militia Christi, Papa revisionismo, Partito Radicale, Porta Pia, Zuavi
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