Castello di Gradara: tra storia e leggenda
Ai confini tra Romagna e Marche si erge il Castello di Gradara. Imponente e massiccio, circondato dai suoi ponti levatoi.
La sua storia, per brevità la prendo da Wiki e la riporto tal quale:
La fortezza sorge su una collina a 142 m s.l.m.: il mastio, torrione principale, si innalza per 30 metri, dominando l'intera vallata; è possibile arrivare con lo sguardo fino al mare Adriatico, a nord, o verso il monte Carpegna, ad ovest.
Il mastio è stato costruito attorno al 1150 dalla potente famiglia dei De Griffo. Caduti in disgrazia presso il papato venne sottratta loro l'investitura della Curte Cretarie ed affidata al condottiero dei Guelfi di Romagna, Malatesta da Verucchio (detto Mastin Vecchio), capostipite e fondatore della dinastia dei Malatesta, i grandi Signori di Rimini e Cesena.
La storia e le fasi politiche a cui ha assistito sin dall'anno Mille sono complesse. Sempre da Wiki:
Il dominio del casato su Gradara finì nel 1463 con l'uomo d'arme e mecenate Sigismondo Pandolfo Malatesta: scomunicato da papa Pio II, Sigismondo si scontrò con un altro potente uomo d'arme e mecenate, il Duca Federico da Montefeltro, che assediò Gradara per conto della Chiesa. La fortezza, che aveva resistito a numerosi assedi in passato, in quella circostanza dovette arrendersi e, sebbene non espugnata, venne consegnata in vicariato dal Papa agli Sforza di Pesaro, fedeli alleati della Chiesa.
Da quel momento Gradara passerà di mano diverse volte ed alcune tra le più importanti casate della penisola si contenderanno il suo possesso: i Della Rovere, i Borgia, i Medici hanno passeggiato per i saloni del castello, confermando il ruolo da protagonista della fortezza malatestiana nel complicato e tumultuoso scacchiere politico dei territori pontifici situati nelle attuali Marche e Romagna.
Dal 1641 Gradara passò sotto il diretto controllo dello Stato della Chiesa tramite i legati pontifici, iniziando la sua lunga agonia.
Quando, nel 1920, la famiglia Zanvettori acquistò la Rocca di Gradara finanziandone la ristrutturazione, il castello, un tempo possente ed importante struttura militare, era ridotto ormai a rudere.
Ma forse la sua fama, in tempi odierni si deve più alla storia/leggenda di Paolo e Francesca, narrata da Dante nella sua Divina Commedia.
Quello che mi è parso è un castello, molto bello, anzi, imponente e accattivante. Una nota di demerito è che il borgo adiacente è diventato un mero luogo di negozietti di souvenirs dei più vari ( non so perchè ma in tutti gli esercizi, oltre ai vari gadgets "medioevali" si vendessero anche pistole giocattolo di tutti i tipi e persino MANETTE!!).
E' un luogo che è creato apposta per il turismo che poco pare voglia indugiare sulla storia. Mi pare un po' una San Marino in miniatura e chi è stato a San Marino sa cosa intendo. E la quantità di gitanti di scuole ne è la conferma. Il fatto che a parte le strutture murarie e poco altro sia tutto frutto di un restauro datato nel ventennio del 1900 la dice lunga. Molto colore. Ma riesce bene e l'effetto è assicurato. E gradito. Di certo il sito c'è e di storia alle spalle ne ha tanta.
Ma usciamo dal commento ed entriamo nel visuale. Foto, qualche commento, se serve.
Porta Firau, con la torre dell'Orologio
Chiesa del SS Sacramento e resti di S. Clemente martire (III sec)
Negozietti. Si vende di tutto..
La prima delle sale è la sala delle torture.. (..)
Quello che vedrete ora, non esiste. Non lo vedo io e non lo vedete neanche voi.
NO VIDEO OR PHOTO..
Si dice che Francesca dormisse qui..
Le prossime sono della Cappella interna. Con una sorpresa, grande ma nascosta.
La sorpresa è che l'opera che si trova alle spalle dell'altare è una terracotta invetrata opera di Andrea della Robbia! Nessun cenno, nessun riferimento. Eppure opere del genere rappresentano il vanto, in altre città, di monumenti interi, noti solo per la presenza di opere di questo artista. Qui niente! Solo molti cenni all'affrescatore, notevole, ma semisconosciuto Amico Aspertini. Di Andrea della Robbia nulla. Chissà perchè.. Questo è un particolare della trave superiore del camino del Corpo di Guardia, presso l'ingresso.
Altra veduta del Corpo di Guardia. Ambiente austero, ovvio.. erano militari..
Una immagine dal borgo
La posizione di questa Rocca è tale da permettere anche la vista del mare Adriatico, ecco, dovrebbe essere Gabicce Mare, presso Cattolica..
Questa la visita a Gradara. Certo su questa opera pesa il fatto della ricostruzione quasi completa, un po' fatta sulle orme della storia un po' arrangiata sulle trame della leggenda. Per chi vuole, si può leggere Dante, il V canto dell'Inferno della Divina Commedia. Per gli scettici invece rimane la struttura, il sito, storico, importante ed imponente, a prescindere dalle leggende. La storia , in questo sito c'è. Lunga.
La sua storia, per brevità la prendo da Wiki e la riporto tal quale:
La fortezza sorge su una collina a 142 m s.l.m.: il mastio, torrione principale, si innalza per 30 metri, dominando l'intera vallata; è possibile arrivare con lo sguardo fino al mare Adriatico, a nord, o verso il monte Carpegna, ad ovest.
Il mastio è stato costruito attorno al 1150 dalla potente famiglia dei De Griffo. Caduti in disgrazia presso il papato venne sottratta loro l'investitura della Curte Cretarie ed affidata al condottiero dei Guelfi di Romagna, Malatesta da Verucchio (detto Mastin Vecchio), capostipite e fondatore della dinastia dei Malatesta, i grandi Signori di Rimini e Cesena.
La storia e le fasi politiche a cui ha assistito sin dall'anno Mille sono complesse. Sempre da Wiki:
Il dominio del casato su Gradara finì nel 1463 con l'uomo d'arme e mecenate Sigismondo Pandolfo Malatesta: scomunicato da papa Pio II, Sigismondo si scontrò con un altro potente uomo d'arme e mecenate, il Duca Federico da Montefeltro, che assediò Gradara per conto della Chiesa. La fortezza, che aveva resistito a numerosi assedi in passato, in quella circostanza dovette arrendersi e, sebbene non espugnata, venne consegnata in vicariato dal Papa agli Sforza di Pesaro, fedeli alleati della Chiesa.
Da quel momento Gradara passerà di mano diverse volte ed alcune tra le più importanti casate della penisola si contenderanno il suo possesso: i Della Rovere, i Borgia, i Medici hanno passeggiato per i saloni del castello, confermando il ruolo da protagonista della fortezza malatestiana nel complicato e tumultuoso scacchiere politico dei territori pontifici situati nelle attuali Marche e Romagna.
Dal 1641 Gradara passò sotto il diretto controllo dello Stato della Chiesa tramite i legati pontifici, iniziando la sua lunga agonia.
Quando, nel 1920, la famiglia Zanvettori acquistò la Rocca di Gradara finanziandone la ristrutturazione, il castello, un tempo possente ed importante struttura militare, era ridotto ormai a rudere.
Ma forse la sua fama, in tempi odierni si deve più alla storia/leggenda di Paolo e Francesca, narrata da Dante nella sua Divina Commedia.
Quello che mi è parso è un castello, molto bello, anzi, imponente e accattivante. Una nota di demerito è che il borgo adiacente è diventato un mero luogo di negozietti di souvenirs dei più vari ( non so perchè ma in tutti gli esercizi, oltre ai vari gadgets "medioevali" si vendessero anche pistole giocattolo di tutti i tipi e persino MANETTE!!).
E' un luogo che è creato apposta per il turismo che poco pare voglia indugiare sulla storia. Mi pare un po' una San Marino in miniatura e chi è stato a San Marino sa cosa intendo. E la quantità di gitanti di scuole ne è la conferma. Il fatto che a parte le strutture murarie e poco altro sia tutto frutto di un restauro datato nel ventennio del 1900 la dice lunga. Molto colore. Ma riesce bene e l'effetto è assicurato. E gradito. Di certo il sito c'è e di storia alle spalle ne ha tanta.
Ma usciamo dal commento ed entriamo nel visuale. Foto, qualche commento, se serve.
Porta Firau, con la torre dell'Orologio
Chiesa del SS Sacramento e resti di S. Clemente martire (III sec)
Negozietti. Si vende di tutto..
Ci avviciniamo all'ingresso. E il senso di fastidio data da tutti quei negozietti comincia a passare. Ci sarà anche la foto del pavimento, a spiga, bellissimo.
NO VIDEO OR PHOTO..
Altra veduta del Corpo di Guardia. Ambiente austero, ovvio.. erano militari..
Questa la visita a Gradara. Certo su questa opera pesa il fatto della ricostruzione quasi completa, un po' fatta sulle orme della storia un po' arrangiata sulle trame della leggenda. Per chi vuole, si può leggere Dante, il V canto dell'Inferno della Divina Commedia. Per gli scettici invece rimane la struttura, il sito, storico, importante ed imponente, a prescindere dalle leggende. La storia , in questo sito c'è. Lunga.
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