Punti di (s)vista: Urbino:la Città Ideale (prima parte)

lunedì 23 marzo 2009

Urbino:la Città Ideale (prima parte)




Il concetto di Città Ideale è una idea che appassionò gli studiosi lungo tutto il percorso del Rinascimento. Trovò la sua massima espressione grafica in questo dipinto, conservato presso il Museo Nazionale delle Marche in Urbino, da molti attribuito a Piero della Francesca ma secondo altri invece espressione di allievi della sua scuola, il più probabile è Luciano Laurana.
Ed è proprio partendo da questo lavoro che descriviamo attraverso commenti e foto la mia permanenza ad Urbino. Una nota, una giornata freddissima, sebbene fosse il 21 marzo, con vento gelido e neve.
Bellissima citta, Urbino, capitale del Ducato dei Montefeltre prima e dei Della Rovere in seguito, prima di ripassare alla Chiesa nel 1626. Ma sono sopratutto i Montefeltre a dare la cifra dei tesori architettonici che vi si trovano. E parlare dei Montefeltre significa sopratutto parlare di Federico e di suo figlio Guidubaldo, al potere i primi anni del 1400. Iniziamo con il Duomo.
La facciata è imponente, disegnata dal Valadier nel XVIII secolo sui resti si una costruzione precedente del 400 distrutta da un terremoto. Si presenta con un aspetto molto neo-classico.


Come si vede, la parte laterale, una piazzetta che ospita anche l'ingresso all'Oratorio delle Grotte, è interessato da lavori di restauro. La porta di accesso alle Grotte è notevole:
L'accesso è purtroppo impraticabile, come è evidente.
L'nterno del Duomo, seppur contenga opere di notevole fattura (Barocci,Maratta, Zuccari e Guido Reni), non è esaltante, a mio gusto. Lo trovo molto "nuovo", non vi si respira il segno del tempo.
Diciamo che mi ha deluso un po'. Troppo bianco e troppo "nuovo", sembra appena intonacato e reimbiancato.
Meglio le parti laterali dell'esterno:
Bella anche la Parrocchia Universitaria di San Domenico, del XIV sec con facciata di Maso di Bartolomeo:
L'Obelisco che insiste sulla piazzetta è un autentico pezzo egizio, piccolo.
Da notare il Rosone senza Rosone..
Troppe automobili a ridosso però.., ci vorrebbe una zona di rispetto attorno, per qualche metro.
In questa città una traccia rilevante è stata lasciata dalle cosidette Confraternite, enti caritatevoli che si occupavano di "attività sociali" e che avevano delle sedi, gli Oratori, di pregevolissima fattura. Due in particolare sono assolutamente da visitare, l'Oratorio di San Giovanni e quello di San Giuseppe, più grande, ambedue situati a pochi metri l'uno dall'altro, nella stessa stradina.
L'Oratorio di San Giovanni ospita al suo interno una serie di affreschi quattrocenteschi opera dei fratelli Salimbeni

Questa panca, all'interno del complesso, è bellissima:
Invece uno spirito diverso si ritrova nell'Oratorio di San Giuseppe, costruito nel XVI sec, anche se di dimensioni maggiori, risulta più "manierato". Importante la presenza di un Presepe, opera di Federico Brandani, in scagliola.

Questa statua di San Giuseppe è opera di Carlo Roncalli. Di seguito invece è la volta:
E questo è il Presepe:
Un piccolo locale attiguo invece funge da sacrestia e conserva un abito che gli adepti della Confraternita indossavano:
Fin qui gli oratori. Una chiesetta che invece vale la pena di visitare è quella di San Sergio, di rito ortodosso. All'interno era presente in sacerdote, indaffarato, quasi non curandosi della mia presenza, seppur rispondendo al mio saluto, la sua caratteristica era di avere sulle spalle una lunga chioma legata a codino..

Nei prossimi post ci occuperemo del Palazzo Ducale e degli scorci che quasta città regala.

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