Punti di (s)vista: Delta del Po: Abbazia di Pomposa

venerdì 20 marzo 2009

Delta del Po: Abbazia di Pomposa

Muoversi lungo queste terre significa, come abbiamo già accennato, immergersi in un universo geografico fatto di spianate a perdita d'occhio e canali, anche ampi, che il Po proroduce poco prima del suo entrare in mare, qualche chilometro più avanti. Si cammina anche per ore, senza incontrare nulla, se non qualche casolare sperduto. Fino a quando, quasi dal nulla, spunta da lontano un campanile. E' l'approccio nobile che l'Abbazia di Pomposa offre di se stessa. Un'isola di misticismo e arte situata praticamente su un'isola situata tra i canali padani. E' un luogo stupendo. Un piccolo/grande cameo situato in quelle terre desolate. L'origine storica di questo sito risale al XI secolo dC quando una disputa tra il Papato (Giovanni VIII) e le autorità di Ravenna vertono proprio sul possesso di questo luogo. Come sempre l'Abbazia nasce su un un vecchissimo sito sacro ma i benettini compiono il miracolo: intorno al 1026 la struttura ospita più di cento monaci ed è l'anno della consacrazione dell'Abbazia. Tra i suoi ospiti vi si annoverano anche nomi illustri come Guido d'Arezzo, proprio quello che inventò il nuovo modo di concepire l'arte della Musica, con il suo sistema di rappresentazione grafica del pentagramma. A proposito di Guido d'Arezzo, si dice che le sue invenzioni ed i suoi studi, presso Pomposa suscitarono l'invidia dei confratelli al punto da determinarne il suo abbandono per recarsi proprio ad Arezzo. Per tutto l'inizio del millennio questo sito costituì comunque un punto di riferimento per il movimento benedettino e per la Cristianità in genere. Poi accadde il disastro: le cronache narrano che alla metà del XII secolo si verificò la famosa Rotta di Ficarola, una sorta di alluvione che trasforma tutta l'area in un malsano acquitrino preda di zanzare e malaria. Fu la fine. Per tutto il Medioevo comunque, in misura molto ridimensionata, Pomposa è ricordata per le attività dei frati amanuensi ma degli sfarzi degli anni precedenti ne rimane un ricordo vago. Qualche foto, da notare sopratutto il campanile, pregevolissimo, 48 metri, enorme rispetto al resto della costruzione.
Questa costruzione, posta proprio di fronte alla chiesa è il cosidetto Palazzo della Ragione: è qui che avvenivano le attività creative della comunità monastica.
Questo è uno scorcio del chiostro.

Per terminare il viaggio a Pomposa ancora qualche nota su Guido d'Arezzo. Come ricordavamo, egli abbandonò Pomposa ed ebbe parole durissime verso i suoi fratelli, definendoli invidiosi ed ottusi. Ad Arezzo, dove egli soggiornerà in seguito, fu preso molto a ben volere dal vescovo Teodaldo che ne permise gli studi in tema di musicologia diventati importanti al punto che Guido fu invitato da papa Giovanni XIX a Roma, dove soggiornò per qualche tempo. Nulla si sa sui suoi ultimi anni di vita. Non si conosce ne il luogo ne la data della morte e questo è un vero peccato per l'opera di colui il quale ancora oggi viene ricordato con ammirazione dagli studiosi.

P.S. Nonostante i 5 euro di ingresso, scordatevi di fare qualche foto all'interno, bellissimo e stupendamente affrescato: il divieto è assoluto e si è guardati a vista dal personale preposto

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