Punti di (s)vista: gennaio 2008

martedì 29 gennaio 2008

Vicenza: la gita in città








Entrando a Vicenza
ancora un paio di chilometri e poi troveremo le porte e le mura
Al centro del Veneto

Ed eccoci finalmente a Vicenza, in città. Ampia, godevole e spaziosa nel primo colpo d'occhio che ci regala. La sistemazione scelta ci pare buona: Hotel Castello, in pieno centro, non di lusso certo, ma confortevole. Un paio di pecche: non ha parcheggio, visto che è in ZTL e, di mattina, la colazione è minimal, molto minimal, ma il personale è affabile e simpatico e si possono anche scambiare quattro chiacchiere amichevoli. Potete approfittare della vantaggiosa tariffa che che offre per i week end, ma non in periodi fieristici.

Da questo posto si è praticamente a due passi da tutti i luoghi da visitare, anche perchè, nonostante l'ampio ambito urbano sia piuttosto ampio e cinto da mura e porte, il nucleo della vita cittadina è limitato in qualche centinaio di metri quadrati.


Tra il tempo di arrivo alle porte e il tempo per la sistemazione, come sempre, passa un po' di tempo e le prime ombre della sera avvolgono i primi elementi architettonici che incontriamo. E' un momento ottimo per ottenere foto ad effetto, un buon viatico per la visita del giorno dopo e così ecco le prime foto..
















Ma sono solo le prime impressioni visive. In effetti, in una città così brulicante di siti di interesse, utilizzerò le foto in modo tematico, facendo riferimento al luogo specifico e lasciando poi gli spazi intermedi per le "curiosità". Tipo questa: madonnari in pieno centro, di domenica, di buon'ora















Freddo pungente anche per loro, seppur abituati alle basse temperature e a lavorare all'aperto


Oppure questo, il modo in cui, nella opulenta Vicenza, ti possono rimuovere laJaguar che avevi parcheggiato dove non dovevi. Nessun panico: loro te lo dicono che la tua macchina non è più li perchè è stata rimossa, con un simpatico adesivo posto a terra, al posto delle quattro ruote..



Una bella comodità no?! Al posto del panico tipo: " Mi hanno rubato la macchina!" Ma dicevamo, le tappe presso i " tesori" della città.

Dopo una bella cena, presso un ristorante in centro, Gli Schioppi, con le specialità del luogo (baccalà in tutte le maniere) e una "camminatella" digestiva per la città, ci prepariamo per la mattina che, come sempre, sarà impegnativa.

PRIMA TAPPA, come non attraversarlo, corso Palladio, vero centro nevralgico della città. Corrisponde al romano "decumano massimo" che ritroviamo in tutte le Civitae latine. Si concentrano qui negotii et affares della antica Vicetia. E l'origine latina della città ci è resa palese dalla vista, quasi casuale di un sito denominato Criptoportico, riferito ad una domus patrizia.

E anche oggi l'uso non è differente. La sua non eccessiva ampiezza non farebbe mai pensare alla concentrazione di negozi e banche che vi trovano: una densità davvero notevole anche considerando che, i molti palazzi nobiliari che vi si affacciano, sono di proprietà di istituti di credito.

CONTINUA---------->















lunedì 28 gennaio 2008

Vicenza e le sue basi USA

Vicenza è una città governata in questo periodo da una giunta di centro-destra. Ma passeggiando un po' per le sue vie si capisce subito che è una città molto borghese: il suo centro è frequentato da moltissime signore in pelliccia e banche e bei negozi sono ad ogni angolo di strada e, a giudicare dal numero di chiese e di edicole sacre, anche una città piuttosto clerico-conservatrice.



Una caratteristica che però non è molto conosciuta è il numero di siti militari USA che qui vi stanziano: a tutt'oggi sono presenti 6 installazioni (tra cui la gigantesca base EDERLE, 612.000 mq) e con un programma di sviluppo per altre 3 strutture ( tra cui la nota DAL MOLIN, fase 1 e 2 1.700.000 mq di trerritorio occupato previsto). Una presenza ingombrante, quantomeno. La questione, in una città dalle caratteristiche brevemente descritte prima, assume i connotati di una lotta tra Davide contro Golia. Sono moltissimi in città gli abitanti che vedono di buon occhio non solo le basi presenti ma anche quelle previste. Una campagna di controinformazione dura da effettuare. Ma esiste.Tenacemente, caparbiamente. Con manifestazioni che si susseguono giorno dopo giorno, con una presenza costante.


Pensare che le autorità politiche locali e i responsabili militari avevano cercato di addolcire la pillola e blandire i vicentini con la fata Morgana dell'indotto che questa "invasione" avrebbe prodotto. Tutto Falso. Questi qui si portano tutto da casa loro! Anche gli alimenti ( oltre che le bombe). Non è un bel vanto, per una città patrimonio mondiale dell'Unesco, essere attorniata e pervasa da tanti strumenti di guerra. Di certo le basi esistenti e quelle da realizzare non le avrebbe disegnate Andrea Palladio. Sono solo dei bubboni che deturpano un'area che della bellezza e del bello in genere dovrebbe farne motivo di vanto.
Noi, a Vicenza, abbiamo firmato contro le basi e abbiamo preferito ammirare affreschi e costruzioni monumentali. I vicentini e chi può dire di NO facciano la loro parte.






Gita a Vicenza. Prefazione

La meta era un minuscolo paese, Preganziol, Hotel Crystal, in provincia di Treviso, piuttosto vicino a Padova. E fino alla città del Santo ci si arriva facilmente, con l'autostrada. Ma quando la meta pareva prossima, iniziarono i problemi.

Il viaggio pareva andare bene, nonostante il buio (erano circa le 18.30) che però ci regalava una visione del cielo stellato davvero spettacolare, con la splendida costellazione di Orione che vigilava il nostro incedere e una luna quasi piena che, rossastra, cominciava ad emergere dall'orizzonte. PAREVA andare bene.. Ma.. l'inghippo c'era. Nessuna indicazione stradale ci dava informazioni sulla nostra destinazione e persino il navigatore satellitare cominciò ad avere dei problemi.

Eravamo nel pieno del Veneto: tanti piccoli paesi che si attraversano in 1 minuto e i cui abitanti erano semplicemente scomparsi, come inghiottiti da chissà quale evento.

Come spesso si fa in questi casi, il modo migliore per ritrovare il bandolo della matassa è fermarsi e chiedere a qualche sparuto passante. A trovarne! Solo gente non del luogo tranne che: provare a chiedere a un locale pubblico, un ristorante. Premetto che, tutta brava gente, di buona volontà, ma, se non siete veneti da almeno 5 generazioni, non provate a chiedere informazioni presso questo locale:
Entro e chiedo lumi, mentre un discreto freddo comincia a farsi sentire. Interpello una giovane cameriera ma mentre questa cerca di dirmi qualcosa interviene quella che forse era la proprietaria del locale, una donna di mezza età, molto gentile ma, ahimè, molto veneta! Io chiedo l'informazione che mi serve e lei mi risponde: "Capisci l'italiano?" Ma chiesto in un dialetto strettissimo che mi costringe, con garbo a rispondere: " Si, l'italiano si, ma il suo dialetto mi dispiace, quello proprio no!". Non cambia granchè: lei continua a darmi spiegazioni in quella lingua per me quasi incomprensibile, sempre intervallando, in dialetto, " Mi capisci?". Andiamo avanti così per buoni 10 minuti e le proviamo tutte, con i gesti, lei che mi accompagna fuori e mi mostra l'itinerario, sempre a gesti. Niente, non c'era verso. Alla fine, arriviamo ad un accordo: mettere nero su bianco la strada da percorrere. Il risultato non è stato granchè, la nostra incomunicabilità era totale, peggio che in un film di Antonioni. Per la cronaca, il risultato grafico, redatto da lei, è stato questo, in verità non molto utile.Il tutto "redatto" sul retro di un minuscolo bigliettino da visita del ristorante stesso che ho riprodotto più in alto. Molta buona volontà certo. Ho apprezzato la volontà di aiutarci, il fatto che nonostante il freddo, questa donna sia uscita dal suo locale caldo per indicarci la via. Ma proprio non c'era verso di intenderci. L'incontro con la profonda provincia veneta è stato questo. La strada abbiamo continuato a non trovarla per un'altra mezz'ora e il nostro scoramento è venuto fuori con un solenne "..ma vaff.." che è stato concomitante con il voto contrario al governo Prodi che proprio in quei minuti era affossato, secondo la cronaca che ascoltavamo per radio, da quello "spiritoso" di Lamberto Dini e della sua corazzata di ben TRE senatori, oltre che dal guru di Ceppaloni, Clem Mastella. Nella notte veneta, quel vaff.. risuonò forse per tutta la Padania. Era il nostro. Sempre per la cronaca, per arrivare a Preganziol, arrivando da Padova, bisogna seguire la strada per Scorzè e poi verso un altro paesotto dal nome preoccupante ed indicativo: Zero Branco. Sperando che questa indicazione sia utile a qualcuno.. Nella vita.. non si sa mai..

giovedì 24 gennaio 2008

Che simpatici giovanotti!

Una sorpresa che lascia un buon sapore la potete trovare, se siete appassionati di radio, in Via Toscana 40/2 A in zona San Ruffillo a Bologna. Una specie di realtà parallela in cui si è catapultati se si seguono delle indicazioni poste sull'ingresso del civico. " Museo della Radio". Un garage, due locali e un gruppo di giovanotti che un amore smisurato per le radio d'epoca tiene uniti. Stavolta decido di visitarlo, mosso dalla curiosià che quei cartelli, in formato A4, mi avevano già suscitato altre volte, passandoci avanti. Parcheggio, chiedo permesso ed entro: e fu il PAESE DEI BALOCCHI! Un colpo d'occhio impressionante che toglie il respiro e lascia a bocca aperta: radio a perdita d'occhio, stipate in ogni angolo, su più ripiani, luccicanti seppur datate nella storia.


Uno spettacolo incredibile! Radio ricevitori costruiti sin dal 1929 e rigorosamente mantenuti in ottimo stato di conservazione e tutti funzionanti.

Ci metto un po' per riavermi dallo stupore quasi fanciullesco che mi aveva colto e mi ricordo di salutare chi mi aveva accolto con entusiasmo. Il primo è il fondatore di questo Eden marconiano, Fernando Tamburini, bolognese come forse ancora pochi se ne trovano, tutto preso da apparecchi aperti in riparazione e, mai fermo, comincia ad illustrarmi quanto mi circondava. E il suo "team", un gruppetto di veri appassionati che, con gentilezza e un giusto orgoglio, partecipano alla realizzazione e allo sviluppo del "Museo". E ora si,posso anche ammetterlo, proprio di un vero museo si tratta.
Circa 300 radioricevitori, partendo dallo storico ricevitore appartenuto ad Edda Mussolini, passando per le mitiche Radio Rurale e Radio Balilla fino ad una incredibile raccolta di radio "da casa" di quelle che le nostre nonne o i nostri genitori hanno usato per captare i segnali nazionali e, in tempo di guerra, per seguire gli eventi bellici da Radio Londra, di nascosto, viste le restrizioni imposte dal regime.Un tuffo indietro nella storia, un salto nel passato non remoto ma che, nella nostra epoca in cui tutto viene macinato e consumato, assume la dimensione di una pausa, di una sosta quasi magica.






Il mio ospite è contento di mostrarmi tutto ciò, forse perchè si rende conto della mia emozione: mi sembra di camminare in un libro di storia recente e quasi le vedo e le sento tutte accese quelle radio e quasi mi sembra di immaginare le persone che hanno posseduto ed usato quei gioielli che, non dimentichiamolo, all'epoca della loro costruzione, rapparesentavano un investimento economico anche notevole, una di quelle scelte per cui ci si metteva seduti a tavola e si facevano i conti " ..se era possibile permettersela..". Altri tempi..
Nell'altro locale intanto il resto del gruppo si occupa di "ridar voce" ad un nuovo arrivo
che farà presto bella mostra di se in mezzo alle altre presenze.E' un lavoro certosino,da compiere con pazienza e perizia. Reperire i componenti danneggiati o solo esauriti, restaurare l'esterno della parte elettrica, quella che per prima colpisce l'occhio: tutto deve essere svolto senza fretta e i risultati sono li, a prova di quanto la passione di questi veri appassionati significhi. Mi aggiro, sempre colmo di stupore e tra me e me cerco quale sia il " pezzo" migliore ma dopo un po' scopro che è impossibile: ogni apparecchio ha un suo fascino, una manopola, una scala parlante, una lucetta che lo rende un pezzo unico. Come fare a non citare una sezione a parte che riguarda la mitica casa Ducati, con degli esemplari degni di ogni nota.
Non importa se i locali sono angusti, rispetto a quanto devono contenere, non importa se la temperatura è rigida, i miei nuovi amici non ne risentono, non lo avvertono. Sono presi dalla loro passione e, come fare a non essere d'accordo con loro.

La cosa che subito mi viene da pensare è che un tale tesoro avrebbe bisogno di essere valorizzata in uno spazio adeguato, così da poter essere esposto in tutto il suo pregio. Perchè non ospitarlo persino in un ampio locale in una struttura in centro città?
Sarebbe non solo naturale, sarebbe giusto anche finanziarla, una iniziativa del genere






In un paese che pare si sforzi di dimenticare o di non creare spazi opportuni a quanto già esistente e che arricchisce il nostro patrimonio culturale, c'è da fermarsi e pensare.




Ma ne parleremo ancora di quanto preziosamente custodito in questa via di Bologna. Ne parleremo e vi terremo aggiornati su quanto questo gruppo di "giovani pionieri" realizza. Ora è tempo di salutare i miei amici e lasciarmi ingoiare di nuovo dal traffico e dai clacson con la coscienza però di aver visto qualcosa di bello, una cosa da non perdere. Una mattina utile, mi ha nutrito l'anima.




mercoledì 23 gennaio 2008

.. un suggerimento o un velato umorismo?!

E camminando camminando di cose strane certo che se ne vedono, anche a Bologna.

Questa ha colpito la mia attenzione: uno strano connubio di insegne commerciali, due esercizi affiancati che, utilizzando lo stesso font e una stravagante vicinanza topografica, un dubbio, piccolo ma sentito lo suscitano.. :


Scusandomi per la strana angolazione della foto che ho preso al volo in macchina, mi chiedo: Cos'è: apologia di reato (visto che in Italia l'eutanasia è ancora reato), un buontempone in vena di far ridere i passanti, oppure un gioco del destino cinico e baro che ha fatto si che questi due esercizi commerciali si trovassero a METRI DUE l'uno dall'altro?

Ma la domanda rimane la stessa: potevano mettersi d'accordo sulle insegne da esporre?

Ma nella "laica" Bologna forse è permesso anche prendersi gioco così dei destini umani..

Tutto sommato un sorriso lo provoca..!

martedì 22 gennaio 2008

Un uomo, un perchè.. ma ne riparleremo..






Troppe cose , da dire da considerare, da commentare.
Teniamolo come un appunto per un post AMPIO per il futuro.


Mi concedo una specie di MORATORIA, visto che il nostro è impegnato in un DURO digiuno per bloccare un sacrosanto diritto per cui migliaia di donne non siano più preda di Mammane o " ginecologi obiettori".

La "sua moratoria", nata subito dopo la tappa fondamentale della moratoria dell ONU sulla pena di morte. Subito dopo. La sera stessa..

Questo è, forse non lo sa, diamo lui il beneficio della buona fede, l'uomo che ignora il prezzemolo, i cucchiai o i ferri da calza, usati al posto di una asettica sala chirurgica.

Questo è l'uomo.. L'ATEO DEVOTO..

L'uomo che, seppur avendo cambiato casacca, ancora ricorda di aver passato parte della sua infanzia a Mosca sulle ginocchia di Togliatti .

L'uomo passato da UNA parrocchia ALLA parrocchia..

Che dire.. ne diremo in futuro, certo. Le sue gesta sono talmente mirabolanti che di non parlare non se ne può. Ora che la SUA campagna è iniziata, un po' integralista, un po' fatta sulla scia di quella "Guerra di Civiltà" che i suoi seguaci (?) hanno inventato e fatta propria di certo non passerà inosservato. Foglio docet



Ma perchè è qui..?






Una casa a volte sorprende per la quantità di cose che contiene (oltre che di persone che ospita), ma.. questa poi..






QUESTO OGGETTO








è davvero una sorpresa. E' Orzo. Di quello che si trova in gran quantità e con diversi marchi nei supermercati. E finchè rimane li sugli scaffali, niente di male. Ma.. ovviamente c'è un ma.. Parliamone.


E' il classico orzo solubile che va disciolto nel latte, ad esempio per la colazione.


Prima sorpresa: provate pure a "solubilizzarlo".. Niente! Rimangono chiazzette, come delle isole del Pacifico viste da un aereo.


Il sapore? Dubbio, lontanamente simile all'orzo e, tra gli ingredienti, i più attenti avranno notato anche la presenza di CICORIA !! Si, la cicoria. Quella che si usava decenni fa nei film del neo realismo di DeSica e Fabrizi. Ma la guerra, quella seconda, ma anche la prima, quella grande, non erano finite? Siamo ancora alla cicoria? Nell'era della globalizzazione e dei mercati aperti, noi facciamo ancora uso della cicoria per dare una specie di sapore all'orzo?


Ma, a pensarci bene, anzi a guardare bene l'etichetta, notiamo che la casa produttrice è la NESTLE', nota multinazionale. Per intenderci, quella che spediva in Africa, per i bambini, del latte in polvere. Da diluire con cosa? Con l'acqua delle pozzanghere inquinate??
Due sono le ipotesi: alla Nestlè , o sono più avanti di noi e di tutti, oppure " anche no". Forse la seconda che ho detto.
Forse. Ma è solo una ipotesi, maliziosa, un po' tendenziosa.
Una cosa invece è certa, alla luce della mia esperienza e dell'esperienza dei bambini africani: La Nestlè, intesa come multinazionale, ha dei problemi con la solubilità dei suoi prodotti..

PER LA SERIE..

Si, potrebbe essere una nuova rubrica, a cadenza fissa. Si potrebbe intitolare: COMPRERESTE MAI UNA MACCHINA USATA DA QUEST'UOMO? E infatti la chiameremo così. Tra le foto di viaggi e gite, è immancabile, quasi doveroso, un accenno a ciò che ci succede attorno. Da tutti i punti di (s)vista. Questa volta pare troppo semplice: ne parlano tutti e lui di certo non fa nulla per evitare che ciò accada.. e allora:..................................




COMPRERESTE MAI UNA MACCHINA DA QUESTA PERSONA?








Ammettiamolo, a volte, e parlo anche a mio nome, siamo troppo meridionali per poter essere presi sul serio: con i nostri modi un po' sguaiati e spavaldi, nei modi in cui manifestiamo sentimenti ed affetti personali, sempre un tono sopra le righe rispetto a quello che le situazioni richiedano e prevedano. Si, a volte, anche da piccoli, siamo troppo meridionali.. ma cazzo..

QUEST'UOMO ESAGERA!!


Non vogliamo far cenno ai suoi inizi, forse non li ricorda nessuno, nemmeno lui, i suoi esordi come giornalista RAI nella sede regionale di Napoli. In lui già da giovanissimo ardeva il sacro fuoco della politica. E che fuoco! Ad appena 29 anni venne eletto alla Camera dei Deputati, rappresentando il distillato di quel rinnovamento che ( era il 1976) vedeva una ondata di GIOVANILISMO come tendenza del momento. Lui, nel mondo GIOVANILE POLITICO ci entrò per la porta principale con un cursus honorum di tutto rispetto: AZIONE CATTOLICA, ala sinistra con spiccate attitudini movimentiste (anche troppo). Pare che in un cassetto segreto, sin da tenera età, avesse ambizioni straordinarie, testimoniate da una cartina in cui il Mastella-pensiero è posto nero su bianco rispetto a quello che lui intendeva "aree di influenza della Gens Ceppalonica", una sorta di step by step che per vie ufficiose noi possediamo e volentieri pubblichiamo:



Da allora fu tutto un turbillon di cariche, incarichi e titoli ( praticamente è sindaco di Ceppaloni da sempre, forse dal Neolitico). Tutto con percentuali elettorali a cui persino il Nord Coreano Kim Il Jong guarda con invidia. Dei plebisciti a furor di popolo.

Ma, dicevamo, non vogliamo prendere in esame il suo percorso politico ( anche perchè dopo un po' dovremmo far ricorso alla GUIDA MICHELIN). E' il lato umano, quello che ci interessa dell'HOMO CEPPALONIENSIS. Facevamo cenno al suo essere troppo meridionale, al suo apparirlo a tutto tondo ( anche dal punto di vista della sua fisicità..).


Come fare a non notare il veloce gioco di sopracciglia, ammiccanti e quasi dotate di verbo. A quei globi oculari in perenne e quasi nevrotico movimento che lo contraddistingue. A quel suo gesticolare con toni coreografici a volte imbarazzanti per la loro quantità. Ma ti facciamo passare tutto, Clemente, in fondo ti vogliamo bene e più di noi ti vogliono bene quelli che ti anno votato.. ma.... spiegaci una cosa, e te lo chiediamo con pacatezza e con quella bonarietà che vuol essere la nostra cifra quando affrontiamo taluni politici:


CI SPIEGHI PERCHE' CAZZO HAI DECISO DI FAR CADERE IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA ITALIANA DOPO CHE HANNO INDAGATO E MESSO AGLI ARRESTI DOMICILIARI TUA MOGLIE?


Forse perchè nel frattempo Tu eri ministro di Grazia e Giustizia e hanno indagato pure te? Ma quanto ti ha fatto incazzare questa cosa?


Ecco perchè io e molti altri pensano che sei troppo meridionale. Lo so che con la moglie agli arresti domiciliari manco ci sono più quei momenti che ".. a volte è bello rimanere a casa soli con se stessi.." oppure ".. mi guardo tutte le partite del Napoli che mi pare e piace senza quella rompic.." ma Clem .. cazzo, hai fatto cadere il governo per tutto cio?!


A saperlo prima, al tuo ministero "bollente" ci mettevamo la "compagna" Rosy Bindi che quella almeno è sola in casa e non ha nessuno da farsi arrestare in famiglia..










Perchè non ce lo hai detto Clemente, che TENEVI FAMIGLIA?


Perchè non ci hai detto, Clem, che eri così incazzoso?

Ci hai mentito, no, peggio, ci hai taciuto la verità. Ci hai deluso.

P.S. Ridacci la poltrona, che stasera abbiamo ospiti..





lunedì 21 gennaio 2008

Era quasi l'alba, ma il popolo già..




Di certo non erano le cinque di mattina, ma, di domenica, le 9 sono una ora disumana per i più.. Eppure, nonstante la nebbia, nonostante il freddo, nonostante tutto.., i luoghi del culto devono essere rispettati ed onorati..

Pontecchio Marconi: ancora foto!





























Ma di certo lo spirito marconiano che cominciava a pervadermi non poteva fare a meno di quello che è il senso del sito: LA RADIO!




Così la mia attenzione fu focalizzata dalle antennne di cui la Fondazione Guglielmo Marconi dispone: in realtà non molto rispetto ai fasti del passato, con elementi aerei che suscitavano l'invidia dei visitatori appassionati di radio. Tutto sommato un traliccio con un mast ospitante tre antenne monobanda. Nulla di che. Ma più interessante è stata invece la vista di una delle prime antenne che lo scienziato emiliano utilizzò nei primi esperimenti<. una specie di albero della cuccagna con scatole metalliche collegate da cavi: davvero molto strana!


Di buon ora al mattino eravamo soli li, sulla collina degli esperimenti, fatta eccezione perun uomo, forse un custode impegnato in faccende ordinarie.


Pensare che la Fondazione pare che stia per essere abolita: motivi economici pare, ma qualunque commento su questa decisione sarebbe inutile. Un grande vanto che viene spazzato via con un decreto legge.. che vergogna! Si verificherebbe la doppia vergogna per quest'uomo: dovette emigrare per veder valutata la sua immensa scoperta e dopo la sua morte, dimenticato ancora una volta.. Magari ci facciamo un monumento a Franco Baresi.. quello non lo toccherebe nessuno


Gita a Pontecchio Marconi
































.. e alla fine tornai a visitare Guglielmo Marconi, nella sua terra.. Per una strana combinazione meteorologica ci trovammo nei pressi della villa maestosa dello scienziato senza che la nebbia, che rendeva la visibilità quasi nulla tutt'attorno, ci privasse di uno splendido cielo azzurro. Fummo subito colpiti dallo statoin cui era mantunuta la zona: una ampia distesa di verde con alberi e piante curate con perizia. La villa si staglia su una vallata, in alto, posizione ideale, quasi predestinata per condurre esperimenti di radiotrasmissioni e la lapide posta ne denota la caratteristica: posta propria in fronte alla pianura, dominandola visualmente. La costruzione, imponente, è conservata in eccellente stato: nulla risulta vetusto o in cattivo stato. Per l'ingresso all'interno è persino disponibile un videocitofono. Purtroppo le visite al palazzo sono disponibili solo su prenotazione e la nostra gita era il risultato quasi di un caso più che di un tour programmato da tempo, quasi una apparizione.










Dalla strada principale di accesso bisogna , seguendo le indicazioni per l'accesso al Sacrario Marconiano, accedere ad una stradina che porta direttamente ai giardini adiacenti la Villa. Una volta giunti, dopo qualche centinaio di metri, ci si trova alla cima di una collinetta che, oltre alla Casa, offre anche una serie di elementi di interesse. Campeggia sulla destra, avendo l'ingresso della Villa di fronte, una gigantesca statua in bronzo, a figura intera dello scienziato. La sua altezza si apprezza, in proporzione solo comparando la figura umana nelle sue dimensioni naturali e ovviamente non potei fare a meno di immortalarmi alla base del monumento: davvero imponente. Come anche, sempre proseguendo sulla destra, si notano, preannunciati da una targa, dei cimeli del panfilo Elettra, su cui Marconi continuò gli esperimenti sulle radiotrasmissioni.












Mi sembra di ricordare che la nave Elettra fu disassemblata!

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