Che simpatici giovanotti!
Una sorpresa che lascia un buon sapore la potete trovare, se siete appassionati di radio, in Via Toscana 40/2 A in zona San Ruffillo a Bologna. Una specie di realtà parallela in cui si è catapultati se si seguono delle indicazioni poste sull'ingresso del civico. " Museo della Radio". Un garage, due locali e un gruppo di giovanotti che un amore smisurato per le radio d'epoca tiene uniti. Stavolta decido di visitarlo, mosso dalla curiosià che quei cartelli, in formato A4, mi avevano già suscitato altre volte, passandoci avanti. Parcheggio, chiedo permesso ed entro: e fu il PAESE DEI BALOCCHI! Un colpo d'occhio impressionante che toglie il respiro e lascia a bocca aperta: radio a perdita d'occhio, stipate in ogni angolo, su più ripiani, luccicanti seppur datate nella storia.
Uno spettacolo incredibile! Radio ricevitori costruiti sin dal 1929 e rigorosamente mantenuti in ottimo stato di conservazione e tutti funzionanti.
Ci metto un po' per riavermi dallo stupore quasi fanciullesco che mi aveva colto e mi ricordo di salutare chi mi aveva accolto con entusiasmo. Il primo è il fondatore di questo Eden marconiano, Fernando Tamburini, bolognese come forse ancora pochi se ne trovano, tutto preso da apparecchi aperti in riparazione e, mai fermo, comincia ad illustrarmi quanto mi circondava. E il suo "team", un gruppetto di veri appassionati che, con gentilezza e un giusto orgoglio, partecipano alla realizzazione e allo sviluppo del "Museo". E ora si,posso anche ammetterlo, proprio di un vero museo si tratta.
Circa 300 radioricevitori, partendo dallo storico ricevitore appartenuto ad Edda Mussolini, passando per le mitiche Radio Rurale e Radio Balilla fino ad una incredibile raccolta di radio "da casa" di quelle che le nostre nonne o i nostri genitori hanno usato per captare i segnali nazionali e, in tempo di guerra, per seguire gli eventi bellici da Radio Londra, di nascosto, viste le restrizioni imposte dal regime.Un tuffo indietro nella storia, un salto nel passato non remoto ma che, nella nostra epoca in cui tutto viene macinato e consumato, assume la dimensione di una pausa, di una sosta quasi magica.Il mio ospite è contento di mostrarmi tutto ciò, forse perchè si rende conto della mia emozione: mi sembra di camminare in un libro di storia recente e quasi le vedo e le sento tutte accese quelle radio e quasi mi sembra di immaginare le persone che hanno posseduto ed usato quei gioielli che, non dimentichiamolo, all'epoca della loro costruzione, rapparesentavano un investimento economico anche notevole, una di quelle scelte per cui ci si metteva seduti a tavola e si facevano i conti " ..se era possibile permettersela..". Altri tempi..
Nell'altro locale intanto il resto del gruppo si occupa di "ridar voce" ad un nuovo arrivo
che farà presto bella mostra di se in mezzo alle altre presenze.E' un lavoro certosino,da compiere con pazienza e perizia. Reperire i componenti danneggiati o solo esauriti, restaurare l'esterno della parte elettrica, quella che per prima colpisce l'occhio: tutto deve essere svolto senza fretta e i risultati sono li, a prova di quanto la passione di questi veri appassionati significhi. Mi aggiro, sempre colmo di stupore e tra me e me cerco quale sia il " pezzo" migliore ma dopo un po' scopro che è impossibile: ogni apparecchio ha un suo fascino, una manopola, una scala parlante, una lucetta che lo rende un pezzo unico. Come fare a non citare una sezione a parte che riguarda la mitica casa Ducati, con degli esemplari degni di ogni nota.
Non importa se i locali sono angusti, rispetto a quanto devono contenere, non importa se la temperatura è rigida, i miei nuovi amici non ne risentono, non lo avvertono. Sono presi dalla loro passione e, come fare a non essere d'accordo con loro.
La cosa che subito mi viene da pensare è che un tale tesoro avrebbe bisogno di essere valorizzata in uno spazio adeguato, così da poter essere esposto in tutto il suo pregio. Perchè non ospitarlo persino in un ampio locale in una struttura in centro città?
Sarebbe non solo naturale, sarebbe giusto anche finanziarla, una iniziativa del genere
In un paese che pare si sforzi di dimenticare o di non creare spazi opportuni a quanto già esistente e che arricchisce il nostro patrimonio culturale, c'è da fermarsi e pensare.
Ma ne parleremo ancora di quanto preziosamente custodito in questa via di Bologna. Ne parleremo e vi terremo aggiornati su quanto questo gruppo di "giovani pionieri" realizza. Ora è tempo di salutare i miei amici e lasciarmi ingoiare di nuovo dal traffico e dai clacson con la coscienza però di aver visto qualcosa di bello, una cosa da non perdere. Una mattina utile, mi ha nutrito l'anima.
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page