Punti di (s)vista: Giuseppe Balsamo, Conte di Cagliostro. La sua vita e la sua misteriosa morte

mercoledì 3 settembre 2008

Giuseppe Balsamo, Conte di Cagliostro. La sua vita e la sua misteriosa morte

Partiamo dal presupposto che trattare questo personaggio, nato a Palermo nel giugno del 1743, è complicato, attorniato da così tante auree che vanno dalla santità, all'eroismo fino ad arrivare alla cialtroneria.Consideriamo che comunque, nel bene e nel male, quest'uomo ha fatto muovere coscienze e provocato dibattiti. Teniamo presente infine che, qualunque sia stata la sua esistenza terrena, la sua fine ingloriosa e violenta voluta dalla Chiesa è un atto ingiusto e ottuso, come solo la Santa Romana Chiesa ha saputo esserlo in moltissimi secoli della sua esistenza. Alla faccia del Perdono e della Misericordia. Per quanto riguarda il "Conte", la mia ipotesi è che si trattasse di un poveraccio che si arrabbattava per vivere. Con falsità, millanterie e invenzioni di tutti i generi. Ma io non lo avrei fatto finire in quel modo. Era, a modo suo, un uomo del suo tempo, esattamente come ce ne sono oggi, tanti. Conobbe Goethe, Casanova e altri grandi della sua epoca. Cercare elementi sulla sua biografia è complicato. La ricerca su Google lo annovera persino tra le persone favorite di quei fessi criminali dei "bambini di Satana", una banda di mentecatti assassini che lo hanno preso a pretesto per condannare la "criminalizzazione" nei loro confronti. Ma, come è ovvio supporre, la differenza è notevole, abissale. Cagliostro si autoproclamò Gran Maestro di una loggia massonica da lui fondata, di rito egizio, si autoproclamò "Gran Cofto", e viaaa.. i siti massonici lo esaltano come.. " il fratello oppresso ..". Hanno capito tutto pure loro. Se fosse vivo, Giuseppe Balsamo, riderebbe di cuore. Fu mago, alchimista, guaritore, filosofo e Dio sa quant'altro. O almeno lui diceva di esserlo. Da qui a dimostrarlo poi... il passo è mooolto lungo. La sua biografia più attendibile e molto sopra le parti mi è parsa quella redatta dal Comune di San Leo:
è esaustiva, scientifica e onesta e non subisce partigianerie di spiritosi di varie fatture. Sostanzialmente, anche da morto, se ne stracciano le vesti assurgendolo al rango di ciò che non era. Un fatto è certo, la Chiesa doveva esserne terrorizzata per propinargli un trattamento del genere. La visita ai luoghi dei suoi ultimi giorni è emozionante e passare anche cinque minuti nella sua cella fa venire i brividi. Le foto:
.. l'ingresso alla cella.. portone pesante, ma... attenzione. La porta è post-datata, non esisteva. La cella occupata da Conte era chiamata "il Pozzetto" in quanto non esistevaaltro ingresso se non quello in alto, una finestrella in cui pare lui fosse stato calato a peso. La porta che vediamo è stata costruita in seguito.
La sorpresa: FIORI sul suo giaciglio! Fiori freschi! Capita, a volte, di vedere sui luoghi storici, di vedere omaggi floreali , ma qui non me li aspettavo. Un rapido pensiero: a fine agosto correva l'anniversario della sua morte..! Scommetto che qualche "fratello massone" si è recato li a fare quel "gentile omaggio" al "fratello Cagliostro"

L'atto dell'avvenuto decesso del " Conte", ancora misteri, il suo corpo, i suoi resti non sono mai stati ritrovati. Una leggenda narra che, della soldataglia polacca, all'epoca della sua morte abbia ritrovato il suo corpo, le sue ossa e qualcuno ci abbia bevuto del vino, nel suo cranio. Ma altri dicono addirittura che il Cagliostro sia riuscito a fuggire vestito fa frate. Ma si parla anche di una specie di fossa comune. Insomma, come tutte le leggende, nulla è certo.
Quella che si vede è la finestrella del Pozzett0, sul soffitto della cella , ma qui visto sul pavimento delle sue guardie che lo tenevano sorvegliato tutte le ore per evitare che il prigioniero si "autolesionasse" cosa che aveva cercato di fare più volte, in momenti di disperazione. Da questa finestrella, come dicevo, fu calato nella cella e sempre da qui gli venivano serviti i pasti. Era l'unico mezzo di comunicazione con l'esterno, a parte l'angusta finestra nella cella stessa. Ma quanto aveva paura la Chiesa di questo ciarlatano millantatore?? In che modo questo arruffone siciliano poteva minare secoli di storia e di dogmi della Chiesa di Roma, per tenerlo in queste condizioni e in questo luogo..L'avventura terrena di quest'uomo rimane un mistero, per molti, un caso umano, per altri. Per me, nel raccomandarvi di leggere la sua biografia al link indicato sopra, una storia che, avendola conosciuta e avendo visitato i suoi luoghi "terminali", non suscita nessuna ammirazione ne alcun biasimo. Sicuramente una cosa è certa: mi sono recato li per vedere e capire. Qualcosa l'ho capita. E i brividi me li ha regalati, un uomo che ha fatto parlare di se, certo, come dicevo, nel bene e nel male. Un uomo " europeo", che non è passato certo inosservato, nella storia della sua epoca e anche in quella seguente. Forse, alla fine, questa è la vera magia di Giuseppe Balsamo, Conte di Cagliostro, siciliano.

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1 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

A me piace pensare che, in barba alla cosiddetta 'giustizia', Cagliostro sia riuscito a fuggire. Mi sembra di vedere il suo sorriso beffardo, ma anche un po' malinconico, per tanta inutile scelleratezza. Grazia

4 settembre 2008 alle ore 12:03  

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