Punti di (s)vista: febbraio 2008

giovedì 28 febbraio 2008

Siamo al ritorno della Chiesa Povera?

Di cose strane il PASTORE TEDESCO ce ne sta facendo vedere: dal ritorno alla messa in latino, alla celebrazione della stessa Messa con l'Officiante posto di spalle ai fedeli. Per non parlare delle sue vedute antistoriche e retrodatate.. Ma mi era sfuggito forse un suo richiamo alla Chiesa delle origini, quella povera, come i primi cristiani chiusi nelle catacombe. Non so se lo abbia fatto o detto ma forse qualcuno si è voluto portare avanti con il lavoro. E così.. VOILA'... ecco la chiesa delle origini, quella povera, quella di S. Francesco che si spoglia delle sue ricchezze. Qui a Tivoli forse hanno esagerato:

Se è vero che, come si dice, o come loro dicono: Non c'è più religione .. oppure.. Non c'è più FEDE, Noi a Loro potremmo sempre rispondere che : Nun c'avete più 'na lira? Neanche un neon, un portoncino con i vetri policromi, niente, siamo alla saracinesca e alla Tipografia con stampa a bianco e nero! Sarà un trend? Vedremo, cosa useranno ancora? Il vinaccio della casa e il pane cotto con lo Sfornatutto De Longhi? E il celebrante cosa indosserà, una cerata antipioggia comprata dai cinesi? Ehi ragazzi: EST MODUS IN REBUS..!! Andateci piano sennò vi vengono i reumatismi!

.. ma allora si scrive anche MACS..!


E così via, tutti nomi scritti con le inflessioni dialettali o meno che siano. Allora aveva ragione il duetto AIGOR- FRANKENSTIN. Allora va bene tutto e così sia Peccato me lo sia perso: avrei voluto vedere l'insegna cubitale al neon con la scritta WIGLIAMS..!Che simpaticoni, i circensi..

mercoledì 27 febbraio 2008

C'era una volta un Imperatore, il più grande di tutti..

Stavolta la buttiamo giù così:
" Si, c'era una volta un imperatore, il più grande dicono. Era Adriano, il sommo. Mai l'Imper aveva raggiunto confini così ampi e lontani e io, Quinto Flavio, della gens Flavia, mi pregiavo di essere suo amico, al punto da aver avuto il permesso di costruire una dimore alle pendici di Tivoli, presso la Villa, grandiosa del mio potente ed importante amico. Nulla a che vedere, certo, la mia era una modesta dimora, al confronto, la sua, era il Mondo Intero, avendoci lui portato in quel luogo il meglio di ciò che aveva osservato nei suoi viaggi e nelle sue sue conquiste, tutto grande e incommensurabile. Ma io appartengo solo al rango dei suoi conoscenti , benchè amici, ma pur sempre sottomessi, e come tale, non potevo render pari alla sua magnificenza. Ma non voglio annoiare chi abbia la bontà di seguire la mia storia terrena. Fatto è che io, quasi approfittando della mia sorte, usai la mia dimora per ospitare coloro i quali venivano qui e vi stanziavano, attendendo di essere ricevuti dal Sommo Adriano. Era bella la mia dimora. All'ingresso, vi avevo posto una lapide, in travertino delle vicine cave, con una dedica votiva: " Agli Dei Mani..". Speravo così di stendere un'aura protettiva per opera dei volubili protettori delle nostre sorti. E i miei affari procedevano bene. Gli ospiti non mancavano e sempre numerosi , artisti, filosofi, letterati e ci raggiungevano da ogni angolo della Terra.Frequentavano il mio modesto sito domestico. I miei Auspici mi predicevano buona fortuna. E rimasi convinto che, con l'aiuto degli Dei, anche nel futuro la mia famiglia avrebbe avuto stessa sorte.! "
E FIN QUI POTREBBE ESSERE SOLO UNA STORIA INVENTATA, VEROSIMILE MA SOLO UNA STORIA.
Abbandoniamo il nostro amico di duemila anni fa e visitiamo la sua dimora. E dobbiamo cambiare registro. E' inevitabile, purtroppo.Il sito "sarebbe" protetto, la nostra dimora è stata censita e posta in sicurezza..... Tutelata dagli insulti del tempo. Forse. Siamo stupiti. Quinto Flavio aveva pensato proprio a tutto e tutto si è rinnovato secondo gli standard moderni. Ci siamo tornati. Stamattina. E continuiamo a simulare una struttura di accoglienza. Come se volessimo trascorrervi una giornata. In questi casi, si sa, si visitano gli ambienti per vedere se l'accoglienza sarà confortevole. Si inizia dall'ingresso, ampio, spazioso: un po' di disordine, certo.
Ma non ci facciamo prendere dallo sconforto e andiamo avanti. Il soggiorno è tipo anni '60, una specie di modernariato. Discutibile, ma tant'è.














Per un pernottamento non ci si fa tanto caso ai colori e allo stile .
Ma già intravediamo il nucleo della casa:
Le mura sono forti e la pianta è gradevole.
La cucina deve essere un punto da non trascurare e qui, nulla da dire: tutti i comfort.

Si si. Nulla da dire. Non manca nulla. Chi ha provveduto all'arredo ha fatto un buon lavoro. Nel frattempo però il cielo non promette sereno e nostro compito è accertarci se la copertura del tetto sia sufficiente a coprirci dalla pioggia. Ancora una volta siamo stupiti. Tutto perfetto. Copertura perfetta con ondulato in Ethernit
E il lato igienico dove lo mettiamo? Ma si. L'angolo immondizia è agevole e ben integrato nel complesso, anche se qualche inquilino precedente ha dimenticato qualcosa di strano che non riconosciamo. Una strana sostanza, davvero . Quel giallo ci incute diffidenza. Cominciamo a farci qualche domanda. E il posto auto? e ci voleva mancare, qui?!
L'angolo più gradevole della casa, dopo una lunga passeggiata: la camera da letto: bella!! Non lo chiediamo, ma ovviamente, con un certo pudore, ci viene mostrato anche l'angolo BAGNO. Manca uno specchio decente ma tanto..


La visita potrebbe concludersi anche qui. Abbiamo trovato e visto tutto. Una casa completa, persino il posto auto. Ma, accidenti. Una cosa proprio non ci piace. L'angolo HOBBY e la caccia qui purtroppo E' l'hobby. No. Problema insormontabile.








Ma usciamo fuori dalla metafora. Tutto quanto vi ho mostrato esiste realmente e si trova concentrato in soli 50 mq di spazio. Una intera casa. Posta sui ruderi di una villa di età repubblicana sita giusto a ridosso della grandiosa residenza imperiale dell'imperatore Adriano ( morto nel 123 a. C.) . Scoperta per caso ( ma in quel sito nulla diventa casuale, vista la densità di reperti) nel 1988 e posta sotto vincolo della Soprintendenza alle Antichità del Lazio. Tutela durata meno di un anno. I mosaici che ornavano i pavimenti, sparirono l'anno successivo. I bandoni posti "a difesa" della zona furono trafugati anch'essi e , alla faccia della tutela, vi fu costruita a soli 5 metri una centrale di pressurizzazione per una nota società di Gas Metano ( a girarci si nota subito un forte sibilo e un nauseante odore di gas). Ovviamente nessuno è rimasto intimorito da un "terrificante" cartello posto all'ingresso dell'area:
Controlli: meno che zero. E' la zona-discarica della borgata. Certo un posto ideale: non un faro, non una telecamera (quelle sono tutte occupate per controllare il traffico e scaricare multe). Niente. Forse valeva la pena lasciare tutto coperto, con molti metri di terra sopra e lasciare che solo il tempo e l'oblio salvaguardassero tutto ciò. Si srabbe, stavolta si, tutelato molto, in attesa di qualcuno che avesse davvero a cuore un bene prezioso. Forse, nel secolo scorso e anche in questo secolo, non ce lo meritiamo. Chiediamo scusa a Quinto Flavio, non gli è stato reso un buon servizio.

Lo stato dello .. schifo


E non è solo questione di viabilità, ne di voler strumentalizzare a fini politici la cosa. NO. Quello che mi interessa è solo il non voler più vedere una cosa brutta, un pugno nell'occhio, una vergogna. Insomma: una cosa orrenda. Pensare che il Piranesi, nelle sue stampe edite nel 1700, lo vedeva così, Ponte Lucano presso Villa Adriana, Tivoli. Lo vedeva bello. Perchè era bello e dovrebbe esserlo tuttora. Se.. se.. se non avessimo degli incompetenti a lavorarci su. Se non avessimo il concetto del brutto che ci soverchia, ormai. I lavori si susseguono da anni. Il problema: la viabilità e le esondazioni che il fiume Aniene effettua quasi periodicamente, in un clima che, grazie ai cambiamenti meteo-eco- e.. tutto quello che volete, ci fa vivere in ambiente monsonico. Da anni, dicevamo. Lavori e camion e blocchi sul traffico e miliardi e Giunte che cambiano e Sovrintendenze che hanno dormito e si svegliano solo quando i giochi sono fatti.. la situazione, allo stato delle cose è questa: un bel risultato davvero!


Alla fine della fiera, anzi, nel pieno corso della fiera, le cose stanno così: una opera perfetta, dal punto di vista idraulico ed architettonico quando fu costruita (2000 anni fa..!), ridotto ad uno schifo. Quelle che vedete sono le immagini di uno scempio fatte da un muro... UN MURO davanti ad un monumento. Due orrende idrovore che mal fanno il proprio lavoro per evitare allagamenti.

Ma non dovevano esserci!! Fior fiore di ingegneri idraulici e del genio civile di non so cosa, oltre alla Autorità di bacino, impegnate per produrre lo schifo, la nefandezza e l'inutilità. Tant'è che persino la Soprintendenza se ne è accorta e ha deciso che quell'obrobrio di muro deve sparire. Vogliamo essere ovvii? Si: con i soldi pubblici. Un altro muro, non ce ne fossero già abbastanza, nel mondo. Farebbero la gioia dei nostalgici del muro di Berlino o del muro issraeliano, non quello del Pianto ( questo fa piangere di più..) ma di quello sui confini con la Palestina. Ora i lavori sono fermi ma la cosa più grave, forse è il sito in cui tutta questa bruttura è inserita. La presentazione:
Un bel cumulo di rifiuti e fin qui, ahimè, nessuna novità. Guardando ancora attorno mi accorgo che l'intera zona è luogo di degrado urbanistico. Cazzo, ma ci lavorano su da anni! Immobili fatiscenti abitati da una umanità di margine che, posta in ogni luogo della Terra ne farebbe motivo di vergogna, non per chi vi abita ma per chi permette che tutto ciò sia possibile.




Una realtà parallela, nascosta, dimenticata o ignorata da chi si occupa invece solo di sensi unici e di parcheggi. Un po' di vergogna, per favore. Stamberghe fatiscenti in cui solo l'abbaiare dei cani ti da idea di una umanità che cerca di proteggersi da un ambiente ostile anche per chi viene visto come ostile, pericoloso, da scansare.

Sul luogo incontro alcuni operai di un vicino impianto per il calcestruzzo, forse. Anche loro, una volta spiegato che farò qualche foto per "metterla su Internet" mi dicono che quel ponte, stando a voci della tradizione popolare, una volta era bellissimo. Quello che si vede sarebbe solo l'ultima parte di più arcate che ormai sono sommerse dal fondo del fiume e che, trovandosi d'accordo con me, potrebbero tornare a nuovo splendore con un semplice gesto: non creare muri che non risolvono nulla, ma DRAGARE il fondo del fiume, ridando così ossigeno al flusso. " Una volta da quel ponte la gente faceva i tuffi" mi dicono. Stento a crederci, da come questi geniali ingegneri o geometri l'hanno ridotto. Un rudere inusabile, inutile.
Al momento, le cose stanno così: i lavori, dopo anni, sono interrotti, il muro deve essere abbatuuto, uno sbanco di terra posto attorno all'area ha deturpato l'area e tutti sono piuttosto scontenti, anzi, incazzti perchè: il traffico c'è ancora, le esondazioni pure, il ponte fa ancora più schifo e chissà.. gli unici contenti saranno i GENI che hanno progettato e messo in opera tutto ciò. Un bel lavoro, complimenti, c'è di che essere orgogliosi. O forse no



La pena e la pietà..



La pena e la pietà mi impediscono di mostrare il primo piano di quest'uomo. Lo conosco, incontrato mille volte nel parcheggio di un centro commerciale quando, che strano, per comprare un litro di vino di infima qualità, chiedeva esattamente quanto gli mancava alla cifra esatta: " Hai 8 centesimi?" chiedeva in un italiano stentato. Non un cent di più ne' uno di meno. Oggi era così, prima che arrivasse l'ambulanza. La pena e la pietà per un uomo perso. Come si dice: venuto da una terra lontana, forse mille speranze, mille aspettative finite ai bordi della nostra opulenza.

L'importante è crederci

Ma si. L'importante è crederci e la stima e la riconoscenza verso i propri familiari, prossimi o remoti che siano è sempre da apprezzare. Quanto ho visto ne è la prova:

E questa è una SIGNORA STIMA!

Accade a Villanova di Guidonia, un esercizio commerciale, un tabaccaio con altra merceologia annessa e il cui proprietario, che io conosco, un signore assai in gamba, una sorta di DANDY di provincia, noto per essere stato creatore di una delle prime Radio/TV private della zona ( memorabili i suoi servizi giornalistici dal festival di Sanremo, molti anni fa), di stima verso il suo predecessore di famiglia, ne ha tanta.

La figura intera della Targa è questa e di seguito, la piazza, dedicata al suo antenato prossimo passato è illustrata. Un gesto piccolo ma sentito. Apprezziamo.

La "piazza" misura, a occhio, 10x4 metri ma c'è, è lì a ricordo imperituro di quanto è stato. Il merito non ci interessa, ma il gesto è notevole.

martedì 26 febbraio 2008

Sanremo?? Una sola impressione


L'ho visto, come sempre, alla prima serata. Ma senza abito da sera. Quasi mi addormentavo al ritmo melodico-(troppo)italiano di pezzi da cui non ho tratto nessun motivo per non farlo. Una sola cosa mi ha svegliato e mi è piaciuto: un pezzo di un gruppo di ragazzotti della sezione giovani, i FrankHead, foggiani ma con un pezzo che .. sembrava di essere ad un festival di musica balcanica. Vivo. Vivace ed energico. Pieno di musica e ritmo. Forse non c'entrava nulla con il festival della CANZONE ITALIANA ma mi è piaciuto, molto, anzi, abbastanza, anzi, mi ha svegliato. Sono andato a cercare ovviamente Goran Bregovic su YOUTUBE e mi sono sentito 12 versioni diverse di "Kalashnikov", brano famosissimo, che se non ti sveglia quello, vuol dire che sei morto o quasi. LONG LIVE GORAN. Link: http://www.youtube.com/watch?v=OEqCSmXTX6o tra gli altri. Da ascoltare con moderazione, sennò ti sveglia troppo e capisci che alla fine tutta la vicenda dell'autonomia del Kosovo è una stronzata e che il popolo serbo alla fine, mica tutto sto torto non ce l'ha.. ma questa è un'altra storia e ne riparleremo di sicuro.

lunedì 25 febbraio 2008

Un gatto, bello.


Beh, su, come si fa a non postare questa foto, in tutta la sua maestà: IL GATTO, maestoso, nobile, sprezzante, e anche.. egoista, mangione, insaziabile, letargico.

Ma infine è.. IL GATTO, amato da millenni, anche per tutto ciò!

Rimane sempre il vero padrone delle nostre case, che noi ci sia o meno dentro: è lui che comanda

Traffico. Il Nodo di Mestre:Eccolo, visto. Notevole

Quando si dice, al CISS, viaggiare informati, sui 103.300 MHz sul'autoradio: " Incolonnamenti al nodo di Mestre" e ognuno immagina cosa possa essere, eccolo: IO C'ERO. Ed è un nodo, davvero, e si capisce, stazionandoci, cosa vuol dire NODO..!

Ma c'è di peggio, anche se questo non scherza affatto, anzi, sempre come dice il CISS, scegliete la viabilità alternativa sennò è sicuro che del tempo ce lo perdete

Ancora tu..

Recita il proverbio: la gallina che canta per prima... e noi, di lui ce ne eravamo già occupati. Il TRANSFUGA De Gregorio.
Ecco ancora sue notizie: trascrivo dall'Ansa di oggi:

Roma, senatore De Gregorio indagato
Per corruzione, dopo passaggio da Centrosinistra e Centrodestra
(ANSA) - ROMA, 25 FEB - Il senatore Sergio De Gregorio, ex Idv poi passato nel gruppo Italiani nel mondo, e' indagato a Roma per il reato di corruzione. Cio' proprio in relazione al suo passaggio dal Centrosinistra al Centrodestra. Titolare del fascicolo e' il pm Amato. Al centro della vicenda ci sarebbe il contratto stipulato tra Berlusconi e lo stesso De Gregorio, che definiva appunto i termini del passaggio dall'Idv al Centrodestra.

Il suo faccione ve lo risparmio stavolta, ma non le sue GESTA politiche..
E' ANSA eh.. mica io..
link: http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/topnews/news/2008-02-25_125160283.html
ciao ciao..

Con tutto il rispetto..


Famiglia Cristiana boccia l'accordo del PD con i radicali, definendolo: "una salsa pannelliana". Con tutto il rispetto, eminenze, ci viene dal cuore: E CHI SE NE FREGA!! Mica noi entriamo nel conclave a dire delle vostre SALSE!!

Qui si ricomincia a sentire l'orrendo lezzo della SANTA INQUISIZIONE..!

E sinceramente, non ci mancava, davvero..

E gira gira...siamo ancora da Marconi

Si. E gira e gira da Marconi ci tornai, nel giorno del mio compleanno, sapendo che l'accoglienza sarebbe stata gradevole ed amichevole. E l'ideatore fu lungimirante. Una mattina piacevole.
Visita guidata a Villa Griffone: se ne fanno poche in un anno e quella volta, il 10 febbraio, fu una fortunata coincidenza. Solito clima freddo, ma niente nebbia. Stesso paesaggio, ma stavolta non si era soli. Erano convenuti lì infatti un piccolo manipolo di appassionati che avevano pensato di trascorrere una domenica diversa dalle altre. Villa Griffone e Marconi, ancora una volta. Visita guidata. Ci accoglie, all'arrivo una signora, volontaria della Fondazione, di madrelingua tedesca, ma di cui, ahimè, non ricordo il nome, che dopo aver raccolto il "gruppo" inizia, con tono un po' incerto a raccontarci del Nostro. Ci introduce nei locali della Villa, ampi, belli e che sono anche sede di diverse Istituzioni Universitarie e convegnistiche. La visita è concepita per gruppi di scolaresche o comunque proposta in modo da illustrare l'attività marconiana dai suoi esordi fino agli sviluppi successivi. Erano previste dimostrazioni con apparecchiature originali e, proprio come in un laboratorio scolastico, la pratica di esperimenti di base circa l'elettrostatica e le cariche elettriche in genere. E così, via a dimostrazioni effettuate con tubi al neon e scintille. Propri gli esordi, da Hertz a Tesla. E qui interviene però un secondo rapperesentante della fondazione, un consulente scientifico. Maurizio Bigazzi, più spigliato con quel suo caricarsi di energia elettrostatica e farsi schioccare addosso scintille di corrente. Ci viene illustrato il laboratorio originale in cui lo scienziato emiliano gettò della basi della moderna radiofonia e di tutte gli sviluppi che questa ha avuto.


E un brivido c'è quando viene mostrato il tasto telegrafico originale con cui venne effettuata la prima trasmissione. Una "S" che passò la collina e costituì il primo collegamento radio a lunga distanza della storia dell'uomo, senza fili!

Quello che sarebbe stato il primo "log" di ricezione, con appunti di lettere in codice Morse
Tutto originale, tutto come avvenne. Tutto di quanto, nemmeno Marconi sapeva , avrebbe modificato la vita e la civiltà stessa del mondo.

Ma il sito Marconiano non aveva ancora svelato il suo lato migliore. Certo, interessanti gli esperimenti, la didattica, le scintille. Ma quando il consulente scientifico Maurizio Bigazzi mise le mani sul tasto e, con sole scintille date da cariche elettrostatiche, digitò "VVV CQ CQ" il mio orecchio non potè fare a meno di riconoscere un polso di radioamatore. E ci parlai. E lui parlò. E il gruppo di visitatori diventò un gruppo a parte da noi, amanti della radio. E Maurizio allora mi disse: " Beh, venite nel mio bunker". Avemmo così accesso alle cantine della fondazione Guglielmo Marconi, Villa Griffone in Pontecchio Marconi. Il suo "covo". Erano circa le 11.30 e la nostra visita terminò alle 14.00 circa. Ci mostrò la sua anima di radioamatore, appassionato di valvole e bobine.



Una cantina in cui, in un disordine perfetto, erano alloggiati apparati trasmittenti militari in tutte le loro evoluzioni e sviluppi. L'entusiasmo di Maurizio si espandeva dai suoi occhi. Mi narrava la storia e i pregi di tutte le apparecchiature che aveva collezionato. Bellissimo. Marconi messo in pratica e raccolto con amore. Al di la delle scintile e dei tubi al neon illuminati per scintillazione.Cose da scolari, quelle. La passione è altro. Valvole e bobine e passione.



Parole e parole e conversazioni sulla sua prima radio usata per parlare con la sua "morosa". Una persona amabile, il Bigazzi, dotato di quegli sguardi che, parlando di radio, si illuminano ancora. Ci ccrede ancora, nela radio e mi confessa che.. " boh, io, il computer non è che ci sappia tanto fare". Bene, anzi " benessum", per usare una parola in bolognese, quello che lui, anche durante la "esposizione didattica" ama usare, magari dimenticando che potrebbe non essere compreso dai suoi ospiti.

"Non la prenderò mai la patente di radioamatore" mi diceva, quasi a dissacrare il ruolo di essere costretto a catalogarsi e diventare una sigla. Forse per lui la radio, l'etere sono ancora una cosa che appartiene solo all'aria, libera come l'aria.

Molte parole, di OM, radioamatori, che lui conosce e di cui conosce la storia, li a Bologna. Cercatelo, Maurizio Bigazzi e se davvero la radio è per voi qualcosa di speciale, lui vi riconoscerà e , chissà, forse, vi condurrà nel suo "covo", li sotto, dove nacque tutto. E ne sarete rapiti, dal luogo e dalla persona. Grazie per il regalo, l'ho gradito moltissimo, per il mio compleanno.


Grazie davvero, un pensiero sensibile. Apprezzato.

Un nome appropriato

Ormai nel dare un nome ad un esercizio commerciale ci si può sbizzarrire quanto si vuole . Quando poi si parla di ristorazione in genere e di pizzerie in particolare si apre un universo in cui l'ingegno umano trova il massimo delle potenzialità espresse. Ma questa poi, considerato che si tratta di " SPECIALITA' PESCE" è bella:

Magari gli speroni ed il frustino portateli da casa.
Buon Appetito..

mercoledì 20 febbraio 2008

E lo sapevo.. (che ne avremmo riparlato)

E ora forse la misura è colma e stavolta non ci metto neanche la foto. Ma il personaggio è noto. Siamo in periodo elettorale e il lezzo propagandista lo cominciamo già ad avvertire. Brutto da dirsi, visto che la COMPETIZIONE ELETTORALE dovrebbe essere il momento più alto dell'espressione democratica di un paese. Guai se non ci fossero, le elezioni. Ma che qualcuno ciurli nel manico per dare sfogo a non so neanche come chiamarle.. forse esibizionismo personalistico, egoismo estremo,disegni pre(o post) elettorali, è troppo, ovvero: le elezioni sono una cosa seria, più seria di quanto costui cerca di farle apparire. Il MONOTEMATISMO MONOPOLIZZANTE è a volte (sempre?) un fenomeno da osservare con diffidenza. Così almeno ci avevate insegnato, dai tempi delle battaglie condotte sulla fame nel mondo, sulla giustizia giusta, su altri temi di interesse, comunque, ben più pregnanti rispetto a quello di cui parliamo, la legge 194, quella sul'aborto, che dovrebe riguardare la DONNA e le DONNE, nella loro coscienza nelle loro scelte, nei loro giorni e notti e non invece di un figuro che, inventatosi una sorta di Don Chisciotte della vita, si arroga il diritto di poter decidere di loro, delle loro scelte.
Basta, Giuliano Ferrara, basta. La misura è colma. Basta con le tue cifre prese chissà dove ( un miliardo di aborti..). Basta con gli insulti gratuiti (le donne considerate come assassine di fatto). Basta con il tuo ateismo devoto. Lo diciamo con franchezza, ci hai nauseato. TU, Giuliano Ferrara, vivi in un paese in cui ogni anno muoiono ogni anno migliaia di persone sui posti di lavoro. Muoiono per posti di lavoro fatiscenti e non protetti, in cui le misure di sicurezza sono un'opinione. Muoiono perchè il profitto ormai è l'unica religione da seguire, altro che il tuo Ruini o il tuo Ratzinger. Basta. Non puoi pensare di spostare la bussola elettorale distogliendo l'attenzione dai problemi che invece, quelli si, rendono la VITA, quella che tu vuoi proteggere, poco o affatto dignitosa: le pensioni da fame, la sicurezza, il lavoro giovanile. Basta Ferrara, basta, ne abbiamo le tasche piene della tua ostentazione del tuo forse negato (da te stesso) nuovo percorso da DEVOTO DEVOTO. Nessuno di noi ti direbbe nulla, anzi, forse qualcuno ti direbbe : BEATO TE. Ma chi cazzo credi di essere? Abbiamo un Papa e credimi, con quello che abbiamo, uno è più che sufficiente per averne anche dei cloni. Sei dappertutto ormai e sempre più raccogli critiche, a parte il tuo codazzo di adepti. Sei un oscurantista, renditene conto e la tua OPERA sta portando il paese a livelli di dibattito che forse neanche nel medioevo si facevano. Abbiamo bisogno di altro ma non di te. Anzi, visto che la tua gentile e iraconda signora fa sfoggio di una conoscenza estrema dell'inglese ti diciamo: Ferrara, EVERYTHING BUT YOU, please. Lascia che l'Italia diventi un paese civile e non una piccola provincia dell'Impero della Città del Vaticano. Lasciaci in pace e se proprio ci tieni alla vita, impegnati sul serio e fai una moratoria sulle morti bianche sui posti di lavoro.

P.S. E vedi di perdere peso che se di aborto muoiono, secondo te, un miliardo di persone, di obesità ne muoiono allora 100 miliardi. Scusaci, ma questa ce la hai proprio tirata fuori dallo stomaco. Mangia di meno che in Africa, con quello che forse mangi tu in una giornata, si nutre un villaggio di bimbi, proprio quelli che tu vuoi salvare. E ti consigliamo di cambiare frequentazioni che quelle che hai, al di la del Tevere, non ti fanno e non ci fanno bene. Ma temo che di te ne riparleremo, purtroppo, anche se hai fortunatamente deciso di non candidarti alla carica di Sindaco di Roma. A che sarebbe servito, Ruini lavora bene anche su quello che avresti potuto fare tu.

R.I.P. anche per non dimenticare

Chissà quanta gente ci passa davanti a luoghi come questi. Un'occhiata di sfuggita e poi si passa oltre. A me piace visitarli questi luoghi, i cimiteri militari. Ci trovo sempre motivi di meditazione e di raccoglimento, complice anche l'atmosfera assolutamente ordinata e tranquilla che vi si respira. L'Emilia poi è luogo di battaglie e di sacrifici di centinaia di migliaia di uomini, in divisa e non, di tutte le parti del pianeta. Destini che si sono incontrati per poi spezzarsi su un campo di battaglia.Questo sacrario si trova un po' in periferia, ma pur sempre in una zona largamente frequentata da migliaia di persone ed è adiacente al più ampio Cimitero Militare Polacco che raccoglie anche più caduti ma è strutturato in modo differente.














Come si vede, l'ingresso del sacrario polacco assurge al rango di Monumento solenne ed imponente che di solito nei luoghi analoghi anglo-americani non si rileva. Così come anche la tipologia della sepoltura che si potrà notare nelle foto che seguono. Un altro elemento che contraddistingue i luoghi dei caduti alleati è la presenza costante di un luogo in cui è presente un libro in cui i visitatori possono lasciare traccia del loro passaggio e volendo, lasciare un commento personale.
Come dicevo, i caduti che si trovano in questo posto provengono dagli angoli più reconditi della terra, si trovano l'uno accanto all'altro indiani, neozelandesi, australiani e molto altro e la loro età, oltre che il reparto di appartenenza, sono posti bene in evidenza sulla lapide, come anche la rappresentazione grafica del battaglione.








E in più, sempre nel luogo dove è situato il Guest Book, c'è anche un altro libricino in cui oltre ai nomi dei caduti, sono annotate anche le origini familiari con i nomi dei genitori di chi è sepolto in questo luogo. Non nascondo che provo sempre una sorta di imbarazzo scattando fotografie di questo tipo: mi sembra quasi di violare la dignità di chi sto fotografando. Ma il pensiero va subito al fatto che tutto sommato queste foto sono o dovrebbero anche essere un ricordo e nello stesso tempo un monito per la bestialità che una guerra e la morte sui campi di battaglia rappresentano SEMPRE.
E mi rammarico del fatto che, guardando il registro dei visitatori, rimangono sempre pochi quelli che sentono la necessità di fermarsi e passeggiare leggendo i nomi e le storie di questi giovani uomini.
Accennavo al vicino cimitero di guerra polacco. Peccato, non c'è il libro dei visitatori anche considerato che è un sito molto più ampio e che raccoglie le spoglie di molti più soldati. Solo un locale coperto ma recintato ne narra le storie dal solo punto di vista narrativo, con mappe e cartine.

Una cosa che colpisce sempre, visitando questi luoghi, è la perfetta geometria dei luoghi di sepoltura: praticamente perfetta al punto che a volte si rimane affascinati dalle prospettive che si creano.
In questo cimitero polacco riposano almeno 4000 uomini, caduti in diverse azioni di guerra e su diversi fronti di battaglia. Ruolo essenziale svolto anche dalla Polonia durante la seconda guerra mondiale, terra martoriata dalla ferocia nazifascista.

E' impossibile lasciare questi luoghi senza che ne rimanga una impressione dentro, un senso di sbigottimento misto a tristezza. Una sensazione che ti porti dentro per un po' ma che in un modo o nell'altro ti regala sempre qualcosa di positivo, al minimo la consapevolezza di cosa sia la vita e di come questa, la guerra, sia il modo più stupido e incoscente per perderla.

Una mattinata passata bene. La consiglio a tutti, se si vuol passare una mezza giornata in pace con se stessi, meditando. Si sta perdendo l'abitudine a farlo. Ed è davvero una grande perdita.