Visita guidata a Villa Griffone: se ne fanno poche in un anno e quella volta, il 10 febbraio, fu una fortunata coincidenza. Solito clima freddo, ma niente nebbia. Stesso paesaggio, ma stavolta non si era soli. Erano convenuti lì infatti un piccolo manipolo di appassionati che avevano pensato di trascorrere una domenica diversa dalle altre. Villa Griffone e Marconi, ancora una volta. Visita guidata. Ci accoglie, all'arrivo una signora, volontaria della Fondazione, di madrelingua tedesca, ma di cui, ahimè, non ricordo il nome, che dopo aver raccolto il "gruppo" inizia, con tono un po' incerto a raccontarci del Nostro. Ci introduce nei locali della Villa, ampi, belli e che sono anche sede di diverse Istituzioni Universitarie e convegnistiche. La visita è concepita per gruppi di scolaresche o comunque proposta in modo da illustrare l'attività marconiana dai suoi esordi fino agli sviluppi successivi. Erano previste dimostrazioni con apparecchiature originali e, proprio come in un laboratorio scolastico, la pratica di esperimenti di base circa l'elettrostatica e le cariche elettriche in genere. E così, via a dimostrazioni effettuate con tubi al neon e scintille. Propri gli esordi, da Hertz a Tesla. E qui interviene però un secondo rapperesentante della fondazione, un consulente scientifico. Maurizio Bigazzi, più spigliato con quel suo caricarsi di energia elettrostatica e farsi schioccare addosso scintille di corrente. Ci viene illustrato il laboratorio originale in cui lo scienziato emiliano gettò della basi della moderna radiofonia e di tutte gli sviluppi che questa ha avuto.
E un brivido c'è quando viene mostrato il tasto telegrafico originale con cui venne effettuata la prima trasmissione. Una "S" che passò la collina e costituì il primo collegamento radio a lunga distanza della storia dell'uomo, senza fili! Quello che sarebbe stato il primo "log" di ricezione, con appunti di lettere in codice Morse
Tutto originale, tutto come avvenne. Tutto di quanto, nemmeno Marconi sapeva , avrebbe modificato la vita e la civiltà stessa del mondo.Ma il sito Marconiano non aveva ancora svelato il suo lato migliore. Certo, interessanti gli esperimenti, la didattica, le scintille. Ma quando il consulente scientifico Maurizio Bigazzi mise le mani sul tasto e, con sole scintille date da cariche elettrostatiche, digitò "VVV CQ CQ" il mio orecchio non potè fare a meno di riconoscere un polso di radioamatore. E ci parlai. E lui parlò. E il gruppo di visitatori diventò un gruppo a parte da noi, amanti della radio. E Maurizio allora mi disse: " Beh, venite nel mio bunker". Avemmo così accesso alle cantine della fondazione Guglielmo Marconi, Villa Griffone in Pontecchio Marconi. Il suo "covo". Erano circa le 11.30 e la nostra visita terminò alle 14.00 circa. Ci mostrò la sua anima di radioamatore, appassionato di valvole e bobine.
Una cantina in cui, in un disordine perfetto, erano alloggiati apparati trasmittenti militari in tutte le loro evoluzioni e sviluppi. L'entusiasmo di Maurizio si espandeva dai suoi occhi. Mi narrava la storia e i pregi di tutte le apparecchiature che aveva collezionato. Bellissimo. Marconi messo in pratica e raccolto con amore. Al di la delle scintile e dei tubi al neon illuminati per scintillazione.Cose da scolari, quelle. La passione è altro. Valvole e bobine e passione.
Parole e parole e conversazioni sulla sua prima radio usata per parlare con la sua "morosa". Una persona amabile, il Bigazzi, dotato di quegli sguardi che, parlando di radio, si illuminano ancora. Ci ccrede ancora, nela radio e mi confessa che.. " boh, io, il computer non è che ci sappia tanto fare". Bene, anzi " benessum", per usare una parola in bolognese, quello che lui, anche durante la "esposizione didattica" ama usare, magari dimenticando che potrebbe non essere compreso dai suoi ospiti.
"Non la prenderò mai la patente di radioamatore" mi diceva, quasi a dissacrare il ruolo di essere costretto a catalogarsi e diventare una sigla. Forse per lui la radio, l'etere sono ancora una cosa che appartiene solo all'aria, libera come l'aria.
Molte parole, di OM, radioamatori, che lui conosce e di cui conosce la storia, li a Bologna. Cercatelo, Maurizio Bigazzi e se davvero la radio è per voi qualcosa di speciale, lui vi riconoscerà e , chissà, forse, vi condurrà nel suo "covo", li sotto, dove nacque tutto. E ne sarete rapiti, dal luogo e dalla persona. Grazie per il regalo, l'ho gradito moltissimo, per il mio compleanno.
Grazie davvero, un pensiero sensibile. Apprezzato.