Punti di (s)vista: Barack Obama

mercoledì 5 novembre 2008

Barack Obama

Sostanzialmente non avrei nulla da dire. La "overdose mediatica" ha già saturato tutti e quello che pensavo di lui lo avevo già detto: non cambierà nulla. Non può farlo, se non occuparsi delle sfumature di una aministrazione che ha le mani in pasta in tutti gli affari mondiali. Non glielo lasceranno fare, in primo luogo le lobbies che hanno finanziato la sua campagna elettorale stramiliardaria e in secondo luogo sarà immobilizzato dal suo status: l'essere presidente della prima potenza ( non più l'unica ormai) superpotenza mondiale. Il suo essere il primo presidente "di colore" degli USA, tutto sommato è un fatto che riguarda solo gli USA. Erano(sono?) loro ad avere retaggi di questo tipo. Per un .. che ne so.. vietnamita, brasiliano o dello Zambia o della Nuova Guinea, questo fatto forse conta poco, se non nella misura in cui le etnie afro- tutto aspettano qualcosa da questo uomo. Qualcosa che lo carica di compiti e di aspettative che sarà difficile portare a termine. E' un compito troppo grande, gigantesco. Oltre a dover amministrare gli Stai Uniti d'America.. cosa non da poco. Sono contento, molto, certo, della sua elezione, ma solo per ciò che potrebbe rappresentare nel suo paese. Jesse Jackson, il reverendo, ha pianto, al suo primo discorso da presidente, di Obama, intendo. E qualcosa vorrà dire. Ma, io ritengo, solo per il significato simbolico che la figura di quest'uomo rappresenta, alla Casa Bianca. Null'altro. Cambierà poco. A giorni sarà sommerso dalle cambiali che è stato costretto a firmare con tutti i suoi supporters ( a suon di milioni di dollari, a buon rendere..). Ma sono contento lo stesso, con pragmatico realismo, ma sono contento.

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