Tra una foto e l'altra, una considerazione:
Certo ero in vacanza ma non il mio cervello. E allora le notizie le ascoltavo. E così mi sono svegliato una mattina e mi sono trovato con il brivido della Guerra Fredda Usa- Russia incombente. La Russia aveva attaccato la Georgia, repubblica del Caucaso, frammento della disgregazione della ex. USSR. Cosa è successo: la guerra, di nuovo, un'altra. Ma chi si è meravigliato, stavolta, non era al corrente di ciò che andava maturando da tempo. La Georgia del Caucaso si trova in una posizione strategica in quanto è attraversata da un paio di PIPELINES che portano petrolio e gas dal mar Nero fino alla Turchia, sul Mediterraneo. Queste linee petrolifere sono tra le poche che non sono sotto il controllo della Russia di Putin che, ultimamente, sta assumento di nuovo un ruolo da seconda superpotenza mondiale proprio in forza delle sue materie prime che "nutrono" l'intero occidente europeo". L'egemonia, nel 21 secolo si afferma così, con il controllo dei mezzi di approviggionamento energetico. Bene. In Georgia esistono, come in tutto il Caucaso, centinaia di etnie e di istanze autonomistiche latenti. Tra queste, l'Ossezia ( Nord e Sud) e l'Abkhazia, delle vere e proprie "enclave" incastonate in Georgia. Hanno sempre avuto pretese autonomistiche e scissioniste. La Georgia ha sempre usato il pugno di ferro per "reprimere" queste spinte, ricorrendo anche all'uso dell'esercito. Esattamente come ha fatto un paio di settimane fa. Si è parlato anche di pulizia etnica. Queste due realtà locali hanno sempre "orbitato" intorno alla "madre Russia" mentre la Georgia, dal momento della sua indipendenza, ha attuato una politica assolutamente filo-USA, al punto da esserne armata fino ai denti e avendo ( la notizia è di oggi, pubblicata da un notissimo quotidiano israeliano) l'assistenza in loco, di decine di consiglieri militari di Tel Aviv ( istruttori militari&armi). Morale della favola: Sakashvili, il presidente georgiano, ha invaso l'Abkhazia, Mosca si è incazzata e ha bombardato e invaso Tblisi e tutta la Georgia. E tutti di sono incazzati contro Putin. Motivo? Ingerenza negli affari di uno stato sovrano, attentato alla integrità della Georgia. E qui io mi chiedo: E IL KOSOVO???? Un passo indietro: durante la guerra dei Balcani, il Kosovo, regione a maggioranza albanese ( ma malvisti dagli stessi albanesi) fu foraggiato di armi ed uniformi perfette dall'amministrazione USA e, quando, con atto unilaterale qualche mese fa dichiarò la propria indipendenza dalla Serbia, tutto l'Occidente si stracciò le vesti per riconoscere la neo-republica. Non era "ingerenza" anche quella? Non era attentato all'integrità di uno stato sovrano anche quello? La logica dei due pesi e due misure ha avuto la sua apoteosi: le "enclave" caucasiche non possono rivendicare la loro autonomia, il Kosovo si, con il plauso di tutti i "ben pensanti" dell'Occidente. Non ci sto. L'uso delle armi è sempre cosa deprecabile e da evitare in tutti modi, ma deve essere così sempre e per tutti. Non è corretto armare in modo inverosimile un paese sapendo poi l'uso che che questo ne farà, non è mai corretto. L'ingerenza, è stata quella dell'amministrazione USA che ha creato uno stato mini-superpotenza nel Caucaso, che di per se è già una polveriera.
Etichette: Abkhazia, Bush, Caucaso, Georgia, guerra, israele, Ossetia, Putin
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