I libri dello stato di Israele
C'è qualcosa che non quadra, nella decisione di dedicare stavolta l'annuale Mostra del Libro di Torino ai 60 anni dalla Fondazione dello Stato di Israele.Qualcosa non torna. Storicamente, fosse solo per questo, ma non solo. Anche per i riflessi che questo evento ha rappresentato nella geo-politica dello scacchiere medio-orientale. Senza scendere nei particolari storici,vorrei solo accennare al fatto che, per arrivare alla "proclamazione" dello Stato ebraico, si era arrivati dopo un periodo fatto di attentati molto sanguinosi, proprio poco tempo prima di quel fatidico 1948: la banda STERN, tra i cui componenti figuravano anche il noto Ben Gurion e l'altro futuro primo ministro Menachem Begin, autori, tra l'altro della strage compiuta in un attentato al King David Hotel, con un centinaio di morti, tra cui il mediatore stesso dell'ONU. Attentati contro il protettorato britannico che erano all'ordine del giorno. L'ONU provò ad occuparsi della crisi e alla fine con la risoluzione 181 decise la creazione di due stati, nella regione: uno ebraico ed uno arabo. Gli oltranzisti ebrei della Irgun, la Banda Stern, non accettarono. Volevano tutto e via gli arabi che erano la stragrande maggioranza degli abitanti della regione. Ma si sa: quella era la terra che il loro Dio aveva loro assegnato. Risoluzione mai accettata e mai messa in pratica. Il 14 maggio (proprio come oggi), Ben Gurion impone all Consiglio di Stato Provvisorio le sue linee di condotta: tratto da Wiki, per imparzialità:
"Nel mese di maggio Ben Gurion rifiuta una proposta americana per un "cessate il fuoco" incondizionato e l'allungamento del mandato britannico di altri dieci giorni, il tempo necessario per il negoziato con la Lega Araba. Il leader sionista impone al Consiglio di Stato provvisorio israeliano di proseguire in una politica di totale indipendenza da ogni forma di mediazione esterna, e il 14 maggio legge la Dichiarazione d'indipendenza dello Stato ebraico in Palestina - Medinat Israel (senza nessuna indicazione dei confini, lasciando così aperta la possibilità di espansione oltre la linea stabilita dalle Nazioni Unite). ".
Ecco cosa è l'anniversario di cui si parla. Ecco cosa si festeggia. Ecco a cosa si dedica la Mostra del Libro di Torino, quest'anno. Quello che successe e che succede ancora oggi è noto, purtroppo. E non ci venite a dire che ilmio è un atteggiamento antisemita. Nient'affatto. Io riconosco il pieno diritto della esistenza dello Stato di Israele, ci mancherebbe, ma la politica aggressiva ed espansionista neo-coloniale che questa entità svolge ed attua a spese dei suoi vicini sono inaccettabili. Così come come è inaccettabile questo anniversario festeggiato in pompa magna. Per me si tratta della classica occasione sprecata. Certo: lo Stato di Israele ha dato i natali e ospita menti eccellenti, ottimi scrittori ed intellettuali, li conosciamo tutti, sono apprezzati in tutto il mondo. Ma Dall'altra parte, quella araba non è che vige la rozzezza intellettuale. Considerati gli ultimi eventi politici l'occasione sarebbe stata ghiotta per fornire e mettere alla ribalta del mondo tutta la produzione intellettuale della regione: araba ed israeliana. E invece si è preferito blindare la città, creare allarmismi ed esasperare ancora una volta gli animi. Proprio in quella che avrebbe potuto essere LA SEDE per il dialogo. A volte anche il boicottaggio serve ( Israele lo fa con i beni di prima necessità verso le zone arabe..!). E ripeto, non si parli di Antisemitismo. Che questa parola non rappresenti l'alibi per considerare carta straccia tutte le risoluzioni dei vari Enti Internazionali (ONU in testa). Il SIONISMO, inteso come politica espansionista è un fattore esistente. E' un FATTO. E di fatto esiste l'ANTISIONISMO che critica ed osteggia tutte quelle forme di prevaricazione e di "autarchica indipendenza legale" che lo Stato di Israele crede di poter avere, sopratutto verso nazioni ALTRE. Sono sicuro di non essere antisemita e credo invece di essere antisionista, finchè esisterà il SIONISMO.
3 Commenti:
La tua analisi, anche se permeata di amarezza e rabbia, è giusta e pienamente condivisibile. Viene da chiedersi: "come mai chi prende decisioni importanti, non tiene conto del panorama completo"? Si tratta di scelte che riaccendono e acutizzano conflitti già abbastanza gravi. Ma sembra che la scelleratezza abbia avuto il soprravvento anche sulle menti, apparentemente, illuminate. Your G.
E' molto interessante questo tuo blog, vario e critico. Complimenti! Arianna
Cara G.,menti illuminate? MMhh.. la geo-politica a volte è crudele e cruda (scusa il gioco di parole..) e a volte richiederebbe la SANTITA'!! E di Santi, ahimè.. se ne vedono pochi..! Ciao anche ad Arianna, grazie, sei molto gentile..
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