Punti di (s)vista: marzo 2009

lunedì 23 marzo 2009

Gradara (2) Giochi di Ruolo

Già arrivando al castello si osservavano giovanotti in costume che si aggiravano per il borgo. Una rappresentazione della Pro Loco o qualcosa del genere, pensavo. Niente di tutto questo. Una scoperta, simpatica. Il Gioco di Ruolo. A Gradara ha sede uno dei gruppi più attivi in Italia in questo campo, ma ai loro incontri partecipano gruppi da tutta l'Italia del Centro-Nord. Si tratta di persone, ragazzi, che, partendo da Internet e con la passione del Medio Evo, strizzando l'occhio ai racconti neo Harry Potter ( ma forse lo si arrabbierebbero se lo citassi), si incontarno di domenica, in costume e, dimenticando qualunque rapporto con la modernità, mettono su una sorta di vita parallela, per qualche ora. Dimenticano il XXI secolo e tornano ai tempi che preferiscono. Le motociclette diventano "i cavalli" e le auto diventano " I carri". Diventano padroni della citta e protagonisti dei propri sogni. Che bello. Ne sono rimasto quasi ipnotizzato dalla loro spontaneità e innocenza. Le foto.



Peraltro incuranti del freddo pungente.. !

Simpaticissima!


Ne ho letto qualcosa ieri sera su internet ma sicuramente la mia descrizione non sarà stata precisa. Rimane un fatto simpatico, Piuttosto che chattare sul PC, ma senza arrivare a spararsi con pistole e fucili nei boschi. Sono con questi ragazzi. Bella gente..

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Castello di Gradara: tra storia e leggenda

Ai confini tra Romagna e Marche si erge il Castello di Gradara. Imponente e massiccio, circondato dai suoi ponti levatoi.
La sua storia, per brevità la prendo da Wiki e la riporto tal quale:

La fortezza sorge su una collina a 142 m s.l.m.: il mastio, torrione principale, si innalza per 30 metri, dominando l'intera vallata; è possibile arrivare con lo sguardo fino al mare Adriatico, a nord, o verso il monte Carpegna, ad ovest.
Il mastio è stato costruito attorno al 1150 dalla potente famiglia dei
De Griffo. Caduti in disgrazia presso il papato venne sottratta loro l'investitura della Curte Cretarie ed affidata al condottiero dei Guelfi di Romagna, Malatesta da Verucchio (detto Mastin Vecchio), capostipite e fondatore della dinastia dei Malatesta, i grandi Signori di Rimini e Cesena.

La storia e le fasi politiche a cui ha assistito sin dall'anno Mille sono complesse. Sempre da Wiki:

Il dominio del casato su Gradara finì nel 1463 con l'uomo d'arme e mecenate Sigismondo Pandolfo Malatesta: scomunicato da papa Pio II, Sigismondo si scontrò con un altro potente uomo d'arme e mecenate, il Duca Federico da Montefeltro, che assediò Gradara per conto della Chiesa. La fortezza, che aveva resistito a numerosi assedi in passato, in quella circostanza dovette arrendersi e, sebbene non espugnata, venne consegnata in vicariato dal Papa agli Sforza di Pesaro, fedeli alleati della Chiesa.
Da quel momento Gradara passerà di mano diverse volte ed alcune tra le più importanti casate della penisola si contenderanno il suo possesso: i
Della Rovere, i Borgia, i Medici hanno passeggiato per i saloni del castello, confermando il ruolo da protagonista della fortezza malatestiana nel complicato e tumultuoso scacchiere politico dei territori pontifici situati nelle attuali Marche e Romagna.
Dal
1641 Gradara passò sotto il diretto controllo dello Stato della Chiesa tramite i legati pontifici, iniziando la sua lunga agonia.
Quando, nel 1920, la famiglia Zanvettori acquistò la Rocca di Gradara finanziandone la ristrutturazione, il castello, un tempo possente ed importante struttura militare, era ridotto ormai a rudere.

Ma forse la sua fama, in tempi odierni si deve più alla storia/leggenda di Paolo e Francesca, narrata da Dante nella sua Divina Commedia.
Quello che mi è parso è un castello, molto bello, anzi, imponente e accattivante. Una nota di demerito è che il borgo adiacente è diventato un mero luogo di negozietti di souvenirs dei più vari ( non so perchè ma in tutti gli esercizi, oltre ai vari gadgets "medioevali" si vendessero anche pistole giocattolo di tutti i tipi e persino MANETTE!!).
E' un luogo che è creato apposta per il turismo che poco pare voglia indugiare sulla storia. Mi pare un po' una San Marino in miniatura e chi è stato a San Marino sa cosa intendo. E la quantità di gitanti di scuole ne è la conferma. Il fatto che a parte le strutture murarie e poco altro sia tutto frutto di un restauro datato nel ventennio del 1900 la dice lunga. Molto colore. Ma riesce bene e l'effetto è assicurato. E gradito. Di certo il sito c'è e di storia alle spalle ne ha tanta.
Ma usciamo dal commento ed entriamo nel visuale. Foto, qualche commento, se serve.
Porta Firau, con la torre dell'Orologio
Chiesa del SS Sacramento e resti di S. Clemente martire (III sec)
Negozietti. Si vende di tutto..

Ci avviciniamo all'ingresso. E il senso di fastidio data da tutti quei negozietti comincia a passare. Ci sarà anche la foto del pavimento, a spiga, bellissimo.
La prima delle sale è la sala delle torture.. (..)
Quello che vedrete ora, non esiste. Non lo vedo io e non lo vedete neanche voi.
NO VIDEO OR PHOTO..
Si dice che Francesca dormisse qui..
Le prossime sono della Cappella interna. Con una sorpresa, grande ma nascosta.
La sorpresa è che l'opera che si trova alle spalle dell'altare è una terracotta invetrata opera di Andrea della Robbia! Nessun cenno, nessun riferimento. Eppure opere del genere rappresentano il vanto, in altre città, di monumenti interi, noti solo per la presenza di opere di questo artista. Qui niente! Solo molti cenni all'affrescatore, notevole, ma semisconosciuto Amico Aspertini. Di Andrea della Robbia nulla. Chissà perchè.. Questo è un particolare della trave superiore del camino del Corpo di Guardia, presso l'ingresso.

Altra veduta del Corpo di Guardia. Ambiente austero, ovvio.. erano militari..
Una immagine dal borgo
La posizione di questa Rocca è tale da permettere anche la vista del mare Adriatico, ecco, dovrebbe essere Gabicce Mare, presso Cattolica..

Questa la visita a Gradara. Certo su questa opera pesa il fatto della ricostruzione quasi completa, un po' fatta sulle orme della storia un po' arrangiata sulle trame della leggenda. Per chi vuole, si può leggere Dante, il V canto dell'Inferno della Divina Commedia. Per gli scettici invece rimane la struttura, il sito, storico, importante ed imponente, a prescindere dalle leggende. La storia , in questo sito c'è. Lunga.

Urbino: la Città Ideale (parte terza)


Il Palazzo Ducale. Il vero gioiello della Città, il capolavoro dei Montefeltro. Iniziato intorno al 1444 da Maso di Bartolomeo e trasformato dal Laurana tra il 1465 e il 1472.
Incappiamo qui purtroppo in impiegati zelanti che appena vista la macchina fotografica mi hanno subito rimbrottato. Divieto Assoluto! E non ero ancora entrato, quasi! Le foto sono solo due quasi interne e tutto il resto è esterno. Ma l'interno è bellissimo. Tra le varie sale, sono impressionanti lo Studiolo di Federico e le porte, tutte, ornate di intarsi in legno di vera maestria, davvero notevolissimi. Ma di foto nemmeno a provarci..
Uno scorcio del Cortile.
Lo stemma, all'ingresso.
E qui la macchinetta è stata notata e la Cerbera mi ha ricordato con decisione il divieto. Per osservare il palazzo nella sua bellezza bisogna spostarsi su una altura attigua, presso la fortezza di Albornoz ( il nome deriva da un cardinale guerriero, Gil Alvarez Carrillo de Albornoz, spagnolo di Cuenca, che imperversò per l'Italia centrale intorno al 1350). Da questa altura, oltre alla Fortezza menzionata, si hanno gli scorci migliori sul Palazzo Ducale. E' tutto quello che posso mostrare di questo bellissimo sito. E non è poco. Le foto, in sequenza.
Peccato per la tonlità di luce delle foto, non rendono l'idea della pietra rossastra che invece arricchiscono la veduta, ma il cielo era plumbeo.
Questa invece è la fortezza Albornoz, voluta dal cardinale Egidio, intorno alla metà del XIV secolo. Una vera mole fortificata situata in località Pian del Monte.
Sempre su questa collina panoramica da cui si domina tutta la zona, c'è anche la statua che la città ha dedicato a uno dei suoi figli più illustri, anzi senz'altro il più illustre, Raffaello Sanzio, pittore superbo.
E sempre su questa collina si trova anche l'ex convento dei Carmelitani Scalzi, oggi Accademia delle Belle Arti, dalla bella facciata
C'è sempre una automobile piazzata al posto più inopportuno..
Un altro sito interessante da visitare, poco lontano dal centro della città è la chiesa di San Bernardino, noto anche come Mausoleo dei Duchi, una bella chiesetta attigua ad un sito cimiteriale:
Ma questa chiesa, come dicevo, è nota anche come Mausoleo dei Duchi. Ed è qui che chiudo la mia visita ad Urbino, a visitare proprio l'ultima dimora di chi rese questa città un vero gioiello, arricchendola e regalandole fama e splendore. Un sovrano illuminato, amante delle Arti , un vero uomo del Rinascimento, le ultime foto sono per il sepolcro funerario di Federico da Montefeltre e di suo figlio Guidubaldo. Con molto rispetto e gratitudine.
Il figlio.

e il padre, Federico. Arrivederci ad Urbino, bella città.